PALERMO. "Vogliamo la verità no una qualsiasi verità. Il grido della famiglia Borsellino facciamolo nostro: tutti dobbiamo alzare la voce quando in molti scelgono un prudente silenzio. Non è possibile che il 70 per cento delle famiglie delle vittime della mafia non conosce la verità, non è possibile".
Lo ha detto Don Luigi Ciotti nella Celebrazione in Cattedrale a Palermo per ricordare le vittime di via D'Amelio. "Il vostro papà, Fiammetta, Lucia e Manfredi, ci ha insegnato il coraggio della verità e il dovere della verità. Ci ha insegnato a guardare le cose in faccia, a seguire la voce della coscienza - ha aggiunto Don Ciotti - E il vostro papà nel momento di massima euforia, il maxi processo, disse 'perniciose illusioni'. Aveva lanciato un messaggio e una profezia che se veniva meno la continuità, la tensione, l'impegno, la responsabilità erano perniciose illusioni. E tempo dopo hanno ucciso lui. Non abbiamo bisogno di spiragli di verità. Non solo una verità giudiziaria con percorsi complicati e con i depistaggi che ci sono stati, ma bisogna anche un'inchiesta politica sì perché all'interno delle istituzioni, piaccia o no, qualcuno c'è che sa quello che accaduto".
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