CORLEONE. Le indagini che hanno portato al blitz dei carabinieri a Corleone è stata nuovamente acclarata la costante e rigida applicazione di una fondamentale ed inderogabile regola di cosa nostra, ovvero quella di garantire il sostentamento economico ai familiari degli affiliati detenuti, tra cui, in particolare, il capo indiscusso dell’associazione mafiosa, Salvatore Riina.
LE INTERCETTAZIONI. A giugno gli investigatori hanno intercettato delle conversazioni dalle quali è emerso che il gruppo criminale di Chiusa Sclafani stava formando un piccolo arsenale di armi nascoste in una località ancora da individuare per compiere delitti. Tenuto conto dei progetti di omicidio e delle pericolosità sociale dimostrata dagli appartenenti a cosa nostra, la Dda di Palermo ha ritenuto necessario procedere ai fermi del potenziale gruppo di fuoco e dei vertici dell’organizzazione per impedire reati più gravi.
NEL VIDEO LE INDAGINI E LE INTERCETTAZIONI
Caricamento commenti
Commenta la notizia