PALERMO. Franco Mazzè, 46 anni, il pregiudicato palermitano ucciso stamattina nel quartiere Zen era stato fermato nel febbraio 2013 nell'ambito dell'inchiesta coordinata dalla procura di Palermo sul racket che gestiva l'assegnazione di case popolari nel quartiere. Un'operazione questa che aveva smantellato il sistema di imposizione del pizzo anche agli abitanti delle case occupate abusivamente, costrette a pagare una piccola cifra ogni settimana per l'erogazione di acqua e di luce. Mazzè era stato però assolto dall'accusa di mafia. L'uomo è stato colpito mentre si trovava davanti a un panificio con quattro colpi di pistola, di cui uno alla testa. Per terra sono stati trovati i bossoli, dagli agenti della scientifica.
I medici del pronto soccorso hanno tentato di rianimare il pregiudicato, ma le sue condizioni erano gravissime. La polizia ha anche eseguito delle perquisizioni in alcune abitazioni. Il delitto potrebbe essere stato compiuto per un regolamento di conti al termine di una lite. Secondo le prime indagini sembra che l'uomo questa mattina avesse avuto un alterco con alcune persone. L'indagine è coordinata dal pm Geri Ferrara e condotta dalla squadra mobile. Gli investigatori stanno cercando di risalire ai sicari che hanno compiuto l'omicidio.
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