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Anno giudiziario a Palermo, Marino: pericolo incolumità giudici - Video

PALERMO. "Cosa nostra continua ad essere un'organizzazione potente, fortemente strutturata nel territorio, riconosciuta per autorevolezza da vasti strati della popolazione, dotata ancora di risorse economiche sconfinate ed intatte e dunque in grado di esercitare un forte controllo sociale e svolgere opera di proselitismo". Lo dice, nella sua relazione, Ivan Marino, presidente reggente della corte d'appello di Palermo durante la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario. Marino, però, non tace i risultati raggiunti nel contrasto alla mafia grazie all'impegno delle forze dell'ordine, ma anche grazie all'atteggiamento delle vittime, soprattutto nel caso delle estorsioni. "Sono sensibilmente aumentate le indagini con esito positivo - spiega - scaturite dalle coraggiose denunce di commercianti e imprenditori".

Consolo: in 18 mesi 12 mila detenuti in meno. "Il sovraffollamento delle carceri è stato uno dei primi problemi con cui si è dovuto confrontare il ministro Orlando. Su questo fronte sono stati adottati plurimi interventi per costruire un nuovo modello di detenzione ispirato alle misure penitenziarie europee". Lo ha detto Santi Consolo, capo del Dap, all'inaugurazione dell'anno giudiziario di Palermo, in rappresentanza del ministro della Giustizia. "La popolazione detenuta è diminuita, grazie alle nuove misure, di 12 mila unità negli ultimi 18 mesi - ha spiegato -. Adesso i detenuti sono 53.623. I risultati ottenuti consentono di ritenere superata la fase di crisi del sistema. Il previsto programma individualizzato per il reinserimento sociale dei detenuti completerà il quadro di miglioramento del sistema".

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