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Carlo Verdone a Palermo per Si vive una volta sola: "L'antidoto al pessimismo del nostro tempo"

Carlo Verdone a Palermo insieme ad Anna Foglietta e a Rocco Papaleo per presentare in anteprima alla stampa e al pubblico il suo ultimo film, il 27°, da regista e sceneggiatore, "Si vive una volta sola" che segna il ritorno dell'attore romano ad un film corale. Tre uomini (nel film anche Max Tortora assente alla presentazione di oggi) e una donna, tutti e quattro perfetti medici, ma che fuori dalla sala operatoria si trovano a confrontarsi con una vita privata disastrosa.

Il testo è stato scritto da Verdone insieme a Giovanni Veronesi e Pasquale Plastino e gli ha dato finalmente la possibilità di interpretare la figura del medico. "In realtà il film si svolge fuori dalla sala operatoria. L'idea non l'ho cercata io - ha detto Carlo Verdone -, ma l'ho trovata già preparata da Giovanni Veronesi. Però sì, è la prima volta che interpreto il ruolo del medico. Per me il cinema è una professione oltre che una passione nel darvi un antidepressivo. Se il film mi riesce bene sono io, che lavoro per voi, la medicina".

"E' più difficile raccontare l'Italia e gli italiani di oggi - ha proseguito - perché purtroppo c'è una sorta di globalizzazione dal punto di vista dell’apparato umano. Oggi sono tutti uguali agli altri. Alberto Sordi nel nostro ultimo incontro a pranzo mi disse: Carlè me fai una gran pena. E io gli chiesi perché? La gente, mi rispose, non si stupisce più di niente, sò tutti uguali non c'è più il senso del ridicolo. Aveva visto giusto. C'è un’omologazione: stesso taglio di capelli, stesse marche, stessi colori, stessi tatuaggi stesse mode".

"E' anche vero che il compito del comico è anche quello di andare a cercare dei dettagli dei tic delle fragilità che poi noi con la lente d’ingrandimento cerchiamo di mettere in luce. Comunque oggi è più complicato: la società è pessimista, c'è più perfidia, ci sono più difficoltà economiche - ha spiegato -, difficoltà da parte dei giovani a trovare un lavoro, è una società confusa dove non si vede l’orizzonte. Tutto questo rende la gente meno aperta meno sorridente. Io sono un privilegiato nel mio quartiere mi conoscono tutti non mi chiedono selfie ma mi sorridono. Ma io sono un’eccezione perché in realtà sarebbero assorti in mille problemi. Questa è la società di oggi è poco felice e questo complica il lavoro del regista, degli sceneggiatori, degli attori, perché l’attore deve registrare il termometro della società. La società non ha più quei colori, quella poesia. All’epoca di 'Un sacco bello' c'era la poesia si parlava da finestra a finestra a Trastevere; ora Trastevere non c'è più, i trasteverini non ci sono più, tutti trasferiti, s'è persa l’anima popolare".

Puntuale come sempre anche la maglia rosanero del Palermo donata all'attore con il suo numero portafortuna, il 22: "È già la terza maglia rosanero che ho e gli altri due film sono andati bene e andrà bene anche questo. Cosa auguro ai colori rosanero? Di risollevarsi al più presto possibile. E’ una squadra con una tradizione, una storia e deve rientrare tra i grandi".

"Carlo Verdone è un regista generoso che riesce ad orchestrare alla perfezione e che accoglie positivamente suggerimenti e sensazioni che, se le riteneva giuste, le metteva a servizio del film. È un regista-compagno che ama ascoltarci", ha aggiunto Anna Foglietta.

"Il film è un aneddoto da ricordare e portarsi dietro perché, se è vero com'è vero che il nostro lavoro è un divertimento, questo film è stata la celebrazione sia della passione che del divertimento perché si è creato un circuito indimenticabile. Finalmente abbiamo lavorato con una sintonia che è andata oltre il set", ha chiosato Rocco Papaleo.

Video di Marcella Chirchio.

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