PALERMO. Roberto De Zerbi è consapevole che domani si gioca tutto. Tutto in una partita, tutto in Palermo-Lazio delle 12,30 al Barbera.
Il tecnico rosanero, oggi in sala stampa, spera ovviamente in una svolta: “Io spero di vincere – ha ammesso il tecnico in conferenza stampa – Io so che sto dando tutto con il massimo impegno e la massima serietà. Non è una situazione bellissima visto che veniamo da sei sconfitte. Può essere che si cambi qualcosa nel sistema di gioco, ma il modulo non è il motivo delle sconfitte. Io cambio perché ne sono convinto in base all’avversario”.
Domani ci sarà un Barbera quasi deserto: “Giocare con un pubblico poco entusiasta non fa piacere – prosegue De Zerbi – noi siamo persone prima di essere professionisti. A me non piace essere contestato, così come non mi piace perdere ed essere contestato. Dà fastidio. Un pubblico a favore sarebbe ottimo, ma per i risultati viviamo questa situazione”.
E poi l’immancabile domanda sul rapporto con Zamparini: “Con i presidenti ho avuto sempre confronti, anche accesi, ma tengo a comportarmi bene e ad essere rispettato avendo autonomia decisionale. Se qualcuno crede o meno a questo non mi interessa, significa che in passato qualcuno è stato abituato differentemente. Io parlo con lui, mi dice quello che pensa e io faccio lo stesso. Il bene della squadra passa dal dire la verità. Con il presidente ho parlato di mercato così come negli incontri passati”.
De Zerbi fa intendere che domani Diamanti non partirà dal primo minuto: “Giovedì l’ho visto bene – dice il tecnico rosanero – ieri e oggi era un po’ stanco ma può essere normale e non mi spaventa. Lui ha sempre dato massima disponibilità, soffre la situazione che viviamo. Qualcuno può pensare che Diamanti sia un menefreghista, invece lui è il più generoso. Se non lo vedo brillante nello spunto devo fare una scelta a malincuore. Gonzalez? Recuperato e giocherà”.
E poi un messaggio chiaro: “A me girano le palle dopo che perdo sei partite, non bisogna prendere alibi e scuse. La responsabilità è mia, ma fino ad un certo punto. Se tutti i ko fossero 4 o 5-0 sarebbe un altro discorso, ma adesso bisogna pensare proprio a se stessi. Io non parlo di chi mi ha preceduto né parlerò di chi mi succederà. So che quando si perde non ti chiama nessuno e quando si vince ti chiamano tutti. Mi prendo la parte di colpa mia, anche se sapevo di prendere una squadra che non vinceva 7-8 partite di fila”.
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