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La scuola si riprende la città: i grandi classici in scena per le strade di Palermo

Da Omero all’Antigone, la riscoperta e la riqualificazione dei quartieri di Palermo passa attraverso gli studenti, i propri insegnanti e la cultura classica.

Classici in strada, questo il nome della manifestazione giunta alla sua nona edizione, è una rete di docenti, associazioni, enti e scuole che ha l’obiettivo di diffondere nuovamente i grandi classici tra la gente e i quartieri di Palermo. In special modo, in quelli dimenticati.

E anche quest’anno, venticinque scuole sono andate in scena in strada, in giro per la città, con piccole rappresentazioni, balli, mostre e sfilate. Idee e tematiche che di anno in anno corrono sui fili di questo intreccio sempre più fitto, che ad ogni appuntamento conta sempre più partecipanti, dai liceali ai più piccoli alunni delle scuole elementari, che lavorano con i propri professori e maestri alla ricerca di opere letterarie da riproporre o da reinterpretare in chiave moderna. O, perché no, studiano un nuovo tipo di comunicazione, come una mostra fotografica.

Partito nel 2013 da una piccola piazzetta di Ballarò con un’opera di Omero, il coordinamento, alla cui testa c’è il liceo scientifico Benedetto Croce, quest’anno ha scelto il tema della natura già affrontato l’anno scorso, approfondendo il tema del verde e degli alberi. In quest’ultima edizione i ragazzi si sono concentrati sull’elemento dell’acqua.

«I ragazzi hanno scoperto una Palermo totalmente diversa - spiega Isabella Tondo, docente del Benedetto Croce e coordinatrice del progetto - fatta di fiumi e corsi d’acqua oggi sepolti dal cemento. In particolar modo, i due fiumi più famosi, il Kemonya e il Papireto, che oggi lasciano le loro tracce nella toponomastica delle strade, come ad esempio via dell’Ammiraglio o via del Ponticello. Questo ha dato vita al titolo di questa ultima edizione, "Sottosopra i fiumi di Palermo". Il tema dell’ambiente è nato dopo il periodo della pandemia - prosegue -. C’era la volontà di ritornare fuori e quale miglior modo se non affrontando le tematiche legate all’ambiente».

I ragazzi studiano, analizzano e guardano alla città che vorrebbero realizzata in futuro. Sullo sfondo, pezzi del capoluogo, troppo spesso distanti tra loro, ma che l’istituzione scolastica e la cultura uniscono, tessendo una tela fatta di idee, visioni e rapporti, che trascinano i ragazzi delle scuole del centro a mettere in scena le proprie rappresentazioni nelle aree del centro storico e più periferiche, come i miti e i racconti legati all’elemento dell’acqua messi in scena al castello di Maredolce a Brancaccio dalla scuola Pino Puglisi, che ha fatto gli onori di casa aprendo la manifestazione, seguito da uno spettacolo di ballo messo in scena dal coreutico del Regina Margherita.

«Siamo partiti da Brancaccio - spiega Tondo - proprio perché Classici in strada è quel fil rouge che vuole unire la città e i suoi spazi attraverso la letteratura e la cultura». Domani, alle 18, la chiusura che andrà in scena a piazza Pretoria con una performance di teatro e danza dal titolo "Tutto scorre".

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