Può il patrimonio antico e contemporaneo di una città coesistere con la Street Art?
Può l'arte urbana far rivivere un monumento abbandonato?
La risposta è sì, e un esempio viene dal cuore di Palermo, la Vucciria, dove l'esperimento di far dialogare il patrimonio antico della città con l'arte contemporanea desta interesse.
Da giorni sui social si commenta e si dibatte sull'originalità del linguaggio decorativo proprio dell'arte urbana sulla chiesa tardo cinquecentesca di Santa Sofia dei Tavernieri. Un progetto decorativo ideato e realizzato da Marco Mirabile insieme ai docenti dell'Accademia di Belle Arti Mario Zito, direttore dell'Accademia, e Giulia Ingarao, docente di Storia dell'arte con la collaborazione degli studenti dei corsi di decorazione e di pittura: Francesco Gennaro, Vincenzo Cuscino, Ivan Di Giuseppe, Giuseppe Longo, Marcello Nocera e Luca Picciché.
Promosso e sostenuto economicamente da Mediolanum Corporate University - istituto educativo di Banca Mediolanum - attraverso la sua piattaforma culturale Centodieci nell'ambito del progetto esclusivo per Palermo Capitale della Cultura 2018. 'Street Art alla Vucciria' è il tema di un incontro aperto alla cittadinanza che si terrà lunedì alle 12, nell'aula magna di Palazzo Fernandez in via Papireto 22.
All'artista Marco Mirabile è stato affidato un workshop di tre settimane con il gruppo di sei studenti per decorare 130 metri quadri di tavolato ligneo collocato a continuazione delle rovine dell'edificio originario e il portone in ferro, posto all'ingresso della chiesa in corrispondenza dell'antico portale. La chiesa di Santa Sofia, tra la Vucciria e Palazzo della Borsa, fu fondata dalla congregazione dei Tavernieri lombardi intorno al 1590, fu abbandonata per le precarie condizioni strutturali che richiesero lo smontaggio della volta di copertura in pietra e di porzioni della muratura perimetrale, avvenuta nel 1936.
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