La terza edizione del Ballarò Buskers Festival si chiude con numeri che vanno oltre ogni possibile immaginazione.
Sono stati circa 22 mila gli avventori che hanno seguito, hanno amato e si sono immersi dentro un mondo incantato di funamboli e giocolieri, di storie: di incanto. Ballarò ha cambiato volto per tre giorni, si è aperta alla città e la città, e molti turisti, hanno ricambiato calorosamente.
Una grande festa che, come ha ricordato l'assessore alla cultura di Palermo Andrea Cusumano dal palco di piazza Brunaccini:
«Questa comunissima parola festa, non è solo una parola, è un'eredità lasciataci dai nostri avi - ha detto l'assessore - vuol dire accogliere tanta gente in modo gioioso attorno al focolare domestico. E questo è il quartiere più accogliente di una delle città più accoglienti del mondo. Come amministrazione comunale ci impegniamo fin da adesso per la quarta edizione del Festival che ormai è diventato un appuntamento irrinunciabile per Palermo».
Piazza del Carmine, vera novità di quest'anno, la piazza dentro il cuore del mercato storico, coinvolta per la prima volta e inserita nel circuito degli spettacoli, ha registrato anch'essa numeri strepitosi spingendo numerosi visitatori ad addentrarsi tra i banchi del Mercato.
«Il Mercato rimane qui anche nei prossimi giorni, tornate a fare la spesa qui anche dopo questi giorni intensi, non lo abbandonate - ha detto Massimo Castiglia, presidente della circoscrizione - i commercianti in questi tre giorni si sono commossi per l'affluenza avuta dentro il mercato, ma una domanda continuano a farci: "E domani?". Tornate a fare la spesa qui e non lasciamo morire il Mercato a vantaggio delle grandi catene di supermercati. Teniamo vive le nostre radici, la nostra cultura, le nostre tradizioni».
Sono stati giorni intensi di forti emozioni grazie anche alla presenza delle delegazioni di altri due buskers festival con cui quello palermitano è gemellato, ospiti dell'organizzazione sono stati circa cinquanta le persone provenienti dal Muja Buskers Festival (del comune di Muggia, in Friuli Venezia Giulia) e l'Ursino Buskers (di Catania).
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