PALERMO. Una cucina evolutiva, derivante della somma di tutte le peculiarità gastronomiche dello stivale e delle isole maggiori.
Lo stile di Claudio Sadler, celebre chef dell’omonimo ristorante milanese , detentore di due stelle Michelin, rinomato in tutto il mondo, con sedi ristorative persino in Giappone ed in Cina, è stato protagonista di una particolare cena a quattro mani al fianco di Angelo Gervasi, chef dello storico ristorante Charleston di Palermo, il quale ha, infatti, per l’occasione aperto le porte della propria cucina al collega lombardo. Un ricco menù ,di ben otto portate, ha risvegliato la curiosità dei commensali, con accostamenti tanto semplici quanto raffinati. L’aperitivo di benvenuto è stato accompagnato da piccole “chicche” sadleriane : il risotto giallo da passeggio, la panzanella ai ricci di mare, il tonno al sesamo ed il Mc Sadler, un mini burger di salmone. L’antipasto d’apertura, un delizioso carpaccio d’astice alla maionese di pomodoro bianco, ha dato un brioso avvio alla cena, nell’arco della quale hanno “sfilato” in ordine dei rocher di seppie su passata di piselli novelli, un raviolo con burrata, asparagi selvatici e tartare di gambero rosso, una particolare ed affascinante crema bruciata di stoccafisso, un risotto all’acqua di porcini, polvere di funghi trombetta e pagliuzze d’oro e, per ultimo, un trancio di ricciola al pinot nero, servito con panelle di ceci e broccoletti. A preparare il palato al dessert, un sorbetto di limone al passito di Pantelleria. In chiusura, sfere di ricotta madonita in crosta di mandorle su frutti rossi e scorza d’arancia candita. “Mi piace definirmi un cuoco italiano e non milanese: adoro prendere diversi elementi dalle varie cucine regionali ed adoperarli insieme; Palermo, ad esempio, è stata per me una città piena di spunti”, ha premesso Sadler, così come ha dimostrato con la palese contaminazione del menù da lui proposto per la serata palermitana.
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