Oltre 500 precari Covid protestano dal primo pomeriggio sotto Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione, per chiedere la stabilizzazione o almeno la proroga del contratto che scade domani.
I sindacati in modo unitario hanno sostenuto la protesta di una categoria che conta 9 mila persone. La cui situazione però è molto diversa, perché per medici e infermieri il percorso di stabilizzazione è ben avviato da mesi. Mentre per gli amministrativi si è aperta qualche speranza grazie a una norma inserita nel decreto Milleproroghe in votazione al Parlamento nazionale: il percorso però resta in salita. Nulla è previsto invece per i tecnici. Queste ultime due categorie insieme contano circa 3.300 addetti.
“Da eroi a lavoratori dimenticati e dal 1 marzo senza lavoro. Si trovi un percorso di stabilizzazione per tutto il personale del comparto tecnico e amministrativo assunto durante l’emergenza Covid”: questo l’appello lanciato dai segretari regionali di Nidil Cgil, Andrea Gattuso, Felsa Cisl, Giuseppe Cusimano, e UilTemp Sicilia, Danilo Borrelli durante la manifestazione. Secondo i sindacalisti “questi lavoratori altamente professionalizzati negli ultimi anni due anni, con grande senso del dovere e al pari del personale sanitario, hanno servito il Paese mettendo in sicurezza le nostre comunità. Hanno garantito i servizi ordinari e straordinari delle aziende, hanno contribuito al miglioramento dell’assistenza al cittadino e lavorato per una sanità pubblica, gratuita e votata all’erogazione di prestazioni di qualità. Oggi, a causa di una mancanza di strategia organizzativa e di una visione di lungo periodo queste professionalità rischiano di disperdersi e la macchina amministrativa della sanità di collassare nuovamente proprio con l’arrivo dei fondi del Pnrr. Ci troviamo di fronte ad una gravissima ingiustizia nei confronti del personale tecnico, lasciato fuori da ogni previsione sia di proroghe che percorsi alternativi per l'internalizzazione dei servizi. Non si capisce perché gli amministrativi vengano inseriti nel Milleproroghe e il personale tecnico-informatico no. Non possiamo accettare disparità di trattamento”.
Il personale sanitario e parasanitario spera
Il presidente della Regione, Renato Schifani, aveva affrontato il tema in mattinata, durante l’inaugurazione del nuovo pronto soccorso del Policlinico: “I sanitari e i parasanitari che sono stati assunti nell'ambito della gestione dell'emergenza Covid potranno essere utilizzati per colmare quelle croniche carenze di organico di cui il sistema sanitario regionale soffre, com'è noto a tutti. E per questo il mio governo sta valutando anche la possibilità di sospendere i concorsi in essere presso le aziende e gli enti per privilegiare chi già svolge una funzione della quale la Regione ha bisogno. Per quanto riguarda gli amministrativi, invece, trattandosi di personale assunto per funzioni che adesso non sussistono più, bisognerà valutare se sono maturate le condizioni per un loro assorbimento. Ho voluto io stesso, d'intesa con l'assessore alla Salute Giovanna Volo, la proroga di due mesi per verificare se ci sono possibilità per loro. Ora ci confronteremo e valuteremo».
Schifani ha però criticato la protesta: “Non ci faremo certamente intimidire dalle proteste in piazza, così come avvenuto qualche giorno fa con la manifestazione dei laboratori d'analisi convenzionati, che chiedevano le dimissioni dell'assessore alla salute Giovanna Volo, alla quale ho immediatamente rinnovato la mia incondizionata fiducia per il lavoro importante che sta portando avanti”.
L'assessore Volo: nessuna speranza per il personale tecnico e amministrativo
"A fine dicembre, in una situazione ancora di incertezza legata alla pandemia di Covid, con grande senso di responsabilità, la giunta di governo e l’Assemblea regionale siciliana hanno approvato una norma per la proroga di due mesi dei contratti del personale precario amministrativo e tecnico". Lo dice l’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo, in seguito all’incontro avuto con le organizzazioni sindacali.
"Ad oggi, invece, alla luce della nuova valutazione dell’emergenza e della normativa nazionale, non essendoci più esigenze particolari di gestione, risulta impossibile, tanto per l’esecutivo che per il parlamento regionali, nell’immediatezza, intervenire con nuove proroghe. Resta ferma, comunque, l’intenzione del governo Schifani e dell’Ars di continuare a valutare soluzioni che in futuro possano essere sostenibili e riconoscere a questo personale l’impegno svolto nel momento di crisi", aggiunge.
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