L'accordo raggiunto nel centrodestra scuote la politica palermitana in vista delle prossime elezioni amministrative. E le reazioni, soprattutto nel centrosinistra, non si fanno attendere. Se da un lato il segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo invita a non temere un'intesa a suo avviso fragile, c'è chi come Carmelo Miceli, deputato nazionale candidato a al consiglio comunale, invita a rivedere le strategie della coalizione e ad allargarla ai moderati e agli autonomisti.
"Niente paura, la ritrovata unità del Centrodestra a Palermo è basata su un accordo di carta - commenta Barbagallo -. Assistiamo, infatti, all'ennesimo dietrofront del Centrodestra a Palermo che si ricompatta attorno alla stessa disastrosa maggioranza di cartone che sostiene Musumeci all'Ars". Secondo il segretario regionale del Pd, "si scrive Lagalla, ma è un candidato sindaco targato Musumeci, che ha messo il sigillo all'accordo durante l'incontro che si è svolto all'Ars, nelle stanze del governo, mentre il Parlamento si occupava della Finanziaria. Il disastro alla Regione è chiaro ed evidente a tutti. E Palermo è la vittima sacrificale del Centrodestra, messa in mano agli stessi protagonisti del passato che ritorna. Di fronte a questo indecoroso show noi diciamo che c'è un cuore che batte sul fronte opposto, il nostro. E una Sicilia - conclude Barbagallo - che la pensa diversamente e vuole cambiare pagina con un progetto che si misurerà anche a partire dalle grandi città siciliane al voto con la proposta di Franco Miceli candidato sindaco a Palermo e Franco Di Domenico a Messina".
Anche il candidato sindaco Franco Miceli va all'attacco: "Finalmente ci si potrà confrontare sui veri problemi di Palermo che certo non riguardano la spartizione delle poltrone che ha tanto appassionato la destra per settimane. Appare evidente che la partita è stata vinta da Fratelli d'Italia e Roberto Lagalla, pur di essere candidato, si è consegnato a Giorgia Meloni. Questa non è certo una buona notizia, non solo per i progressisti, ma anche per gli elettori moderati che non possono riconoscersi in una proposta politica così marcatamente caratterizzata. Non riesco neppure a dimenticare - afferma infine il candidato sindaco del centrosinistra - che tra i registi di questa operazione politica a sostegno dell'ex assessore di Musumeci spiccano personaggi imbarazzanti che rappresentano un triste passato che nessuno può certo rimpiangere".
L'accordo nel centrodestra ha comunque cambiato le prospettive e proprio al segretario del Pd e al candidato sindaco a Palermo si rivolge il deputato nazionale Carmelo Miceli che ha deciso di correre per il consiglio comunale. "Mi rivolgo al mio partito e ai partiti che hanno deciso di scommettere su Franco Miceli: ma davvero si continua a pensare che a Palermo si possano vincere le elezioni puntando sulle divisioni del centrodestra senza pensare ai moderati di centro e agli autonomisti?". E ancora: "In una città come Palermo e in un'Isola come la Sicilia, davvero qualcuno crede che sia politicamente vincente continuare ad escludere categoricamente qualsiasi forma di dialogo e alleanza con Azione, +Europa, Italia Viva e con gli esponenti cattolici?. Poi l'appello: "Lo dico ancora una volta, e stavolta lo chiedo al mio segretario regionale, lo chiedo allo stesso Franco Miceli, non consegnamo Palermo, la Sicilia e l'Italia alla destra. Mancano 15 giorni alla presentazione delle liste. Proviamo a cambiare schema, cambiamo linea e, se serve, mettiamo tutto in discussione. Ma non rimaniamo fermi ad aspettare che il tutto lo decidano ad un tavolo al quale noi non siamo presenti. E alle anime nobili che hanno impedito alla coalizione di crescere oltre lo schema attuale dico: siate coerenti con quello che dite, e se davvero ci credete metteteci tutti la faccia candidandovi in lista".
La notizia dell'accordo nel centrodestra intanto sta provocando dure reazioni anche negli alleati del Pd. Giusto Catania, assessore al comune di Palermo ed esponente di Sinistra civica ecologista commenta: "Nella destra palermitana comandano Cuffaro e Dell'Utri che, in modo esplicito, hanno determinato la decisione di sostenere Lagalla come candidato unico. Questi sono segnali inquietanti: è evidente che Lagalla rappresenta la foglia di fico di un quadro politico generato da due dei più noti condannati per mafia della scena politica italiana. Adesso la situazione è chiara e c'è un motivo ulteriore per impedire un triste ritorno al passato, il momento più buio della storia di Palermo".
La notizia dell'intesa nel centrodestra arriva forte anche a Roma. E sul caso interviene anche Francesco Boccia, deputato Pd e responsabile Regioni e Enti locali della Segreteria nazionale: "La Sicilia è una delle Regioni che ha al voto due città che per dimensioni sono tra le città più grandi e mi riferisco a Palermo e Messina. Queste due città hanno bisogno di governi progressisti e europeisti". E ancora: "A Palermo e Messina tutto possiamo permetterci tranne di avere amministrazioni di destra e anche veri e propri pasticci come quelli che si stanno palesando. Mi pare di capire che per arrivare a Lagalla dentro c'è di tutto, da Cuffaro a Fratelli d'Italia, ma anche guardando alle varie Forza Italia da quella di Dell'Utri a quella di Micciché, passando poi per la Lega che ogni tanto si traveste in qualcosa: è quindi un'ammucchiata di tutti contro una coalizione cui a capo c'è un gentiluomo come Franco Miceli, presidente nazionale dell'ordine degli Architetti", spiega Boccia. "Questa è una coalizione di centrosinistra vera e forte e siamo convinti che Palermo non seguirà la strada di Dell'Utri, Micciché, Cuffaro e Lagalla perché è evidente che quella strada porta la Sicilia e Palermo al passato remoto", aggiunge Boccia.
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