La polizia di Stato ha aderito a Palermo all’ottava edizione della Via dei Librai, l’evento letterario che, anche quest’anno, ha visto tanti giovani, turisti e cittadini convergere al Cassaro, già centro nevralgico del percorso Arabo Normanno, patrimonio Unesco e, per sei giorni, anche epicentro di un interesse letterario sempre più attrattivo.
Il questore di Palermo Leopoldo Laricchia ha raccolto con entusiasmo l’invito a partecipare da parte degli organizzatori sulla base del convincimento che la lettura e la cultura sono dei valori universali e che educare alla lettura significhi educare alla comprensione, alla legalità ed alla convivenza pacifica: sarà pure la pubblica sicurezza a garantirci dal pericolo ma a salvarci sarà la bellezza dell’arte.
La polizia di Stato ha esposto in uno stand allestito sul piano della Cattedrale numerosi volumi concernenti le molteplici sfaccettature delle sue tante articolazioni sul territorio ma anche monografie, talvolta veri e propri pezzi unici di rilevante valore editoriale. Consultarli significa spesso approcciarsi a temi ed argomenti di attualità e approfondimenti che riguardano il nostro lavoro al servizio delle comunità ed informazioni di interesse per il cittadino. A partire dal volume celebrativo dedicato alla legge 121 del 1981 ed alla epocale riforma introdotta dell’Amministrazione della pubblica sicurezza. Un volume che, attraverso pregevoli contributi di illustri esponenti del mondo delle istituzioni e della cultura, racconta il cambiamento della polizia di Stato, da allora, non più vocata soltanto a funzioni meramente repressive ma Corpo dello Stato “al servizio delle istituzioni democratiche” che i cittadini riconoscono come amico, accessibile ed aperto.
Concetti rintracciabili anche nelle edizioni del periodico Poliziamoderna, una rivista che dal 1949 racconta quanto cultura e solidarietà siano i riferimenti dell’azione della Polizia di Stato e che sarà possibile rintracciare sugli espositori del nostro stand.
Raccontare la storia della polizia di Stato e le sue evoluzioni significa descrivere la nostra storia ed i suoi cambiamenti, spesso tra loro inscindibili: è quel che si comprende attraverso la lettura de «La Bandiera della Polizia di Stato – Storia di tradizioni e di valori al servizio del bene comune», edito dalla polizia di Stato. Un volume bellissimo che passa in rassegna eventi cruciali del nostro Paese. Nel leggere le motivazioni delle medaglie concesse alla Bandiera della Polizia, quasi come in un documentario, vengono ripercorse le sfide fondamentali che la comunità nazionale ha affrontato nei momenti più bui
Negli ultimi 171 anni della nostra storia sono cambiate abitudini, sono subentrate passioni, si sono evoluti rapporti interpersonali, anche tra l’uomo e l’animale: la Polizia di Stato è lì a ricordarcelo. Si pensi al legame che i nostri cani poliziotto hanno instaurato con i loro conduttori e quanto ciò abbia giovato alla causa di tante indagini o quante vite ciò abbia salvato. Una rassegna ne viene elencata nel libro «Cani&Eroi - Storie di poliziotti dal fiuto speciale», edito dalla polizia di Stato e realizzato a cura dell'Ufficio relazioni esterne, cerimoniale e studi storici,. O ancora, si pensi a quanto forte sia stata la passione degli italiani per i motori. La Polizia di Stato, nei suoi ormai 171 anni di storia, ha avuto in dotazione generazioni di mezzi sempre al passo con i tempi. Il volume «Polizia e motori – la lunga strada insieme» è dedicato alle auto e moto che hanno fatto parte e continuano a segnare la nostra storia. Con immagini e didascalie si possono scoprire e conoscere le caratteristiche che hanno reso alcuni di questi mezzi degli autentici pezzi da collezione.
Se è vero che la storia della polizia di Stato è un po’ la storia d’Italia, forse è giusto che alla Polizia palermitana sia concesso qualche capitolo in più: ecco quindi perché all’interno del nostro stand sarà possibile rintracciare saggi e monografie dedicati a poliziotti, nati o transitati da Palermo che tanto hanno dato alla causa della legalità, sacrificando la loro vIta. Per questo, occupano di diritto un posto nel «Pantheon» della nostra memoria collettiva.
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