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Il fascino al passo coi tempi, a Palermo la mostra delle foto di Avedon

Prosegue il percorso dedicato dalla Galleria d’Arte Moderna di Palermo ai grandi maestri della fotografia. Dopo Steve McCurry, Henri Cartier-Bresson e Ferdinando Scianna, si inaugura oggi, 7 aprile, un’altra eccezionale mostra Relationships, dedicata ad uno dei più grandi fotografi e ritrattisti statunitensi: Richard Avedon (1923-2004). Sessant’anni di carriera racchiusi in più di 100 immagini iconiche provenienti dalla collezione del Center for Creative Photography (Ccp) di Tucson (Usa) e dalla Richard Avedon Foundation (Usa).

Nato a New York da una famiglia di origine ebreo-russa, Avedon abbandona gli studi di filosofia nel 1942 per dedicarsi a tempo pieno alla fotografia da autodidatta. Il nucleo femminile della sua famiglia, (la madre, la sorella, la zia e le cugine), costituì la sua prima fonte di ispirazione, che sarà sempre presente in tutte le sue foto. La scoperta, sin da bambino, del fascino della femminilità, con tutti i suoi rituali e le sue pose, sarà la chiave di volta di tutte le sue future creazioni scaturite da un’eccezionale capacità introspettiva.

Comincia la sua carriera nella marina mercantile come fotografo di autopsie e foto d’identità dei suoi compagni di camerata. La svolta avviene nel 1944 quando inizia a lavorare per la rinomata rivista di moda Harper’s Bazaar, a fianco del suo leggendario art director Alexey Brodovitch, rivoluzionando radicalmente la fotografia di moda e il ritratto, (in seguito lavorò per le riviste Vogue, Life, Mademoiselle e per stilisti come Gianni Versace, Jil Sander, Hugo Boss, Calvin Klein, Christian Dior, specializzandosi nei ritratti)

Il tratto più innovatore della sua rivoluzione sta nell’aver dato pari dignità alle immagini sofisticate e quasi inaccessibili della moda e a quelle che si immergono anche brutalmente nell’attualità e nell’impegno sociale, filtrando la realtà attraverso la patina inconfondibile del suo stile. Avedon è riuscito a creare, nonostante un’apparente distacco, emozioni che scaturiscono dal contrasto tra perfezione e imperfezione, bellezza e sofferenza, sogno e realtà, utilizzando la fotografia come mezzo per sondare i mutamenti della società e le sfumature psicologiche, (nel 1974 espone al Moma una celebre serie sulla morte del padre, in the American West infrange il mito del West a stelle e strisce, nella serie Louisiana State Hospital si dedica ai malati di mente e in una serie successiva alle vittime del napalm in Vietnam). Voleva essere un creatore non un semplice osservatore.

Curata da Rebecca Senf, responsabile della collezione del Center for Creative Photography dell’Università dell’Arizona, Relationships testimonia la rivoluzione di Avedon in dieci sezioni: The Artist, The Premise of the show, Early Fashion, Actors and Directors, Visual Artists, Performing Artists, Musicians and writers, Poets, Avedon’s People, Politics, Late Fashion, Versace.
Nella produzione giovanile, prima del 1960, alle pose statiche della fotografia di moda sostituisce scene en plein air centrate sul movimento e le pose, sullo sfondo di una malinconica Parigi, introducendo uno stile giovane e controcorrente ispirato dal fotografo ungherese Martin Munkacsi (Carmen, Omaggio a Munkácsi, Cappotto Cardin, Place François-Premier, Parigi, 1957).
Dalla innovativa fotografia di moda in esterno, passa poi alla sperimentazione in studio, isolando i soggetti su uno sfondo neutro, bianco, che esalta i contrasti di luce del bianco e nero per una estrema definizione delle figure (Nastassja Kinski, Los Angeles, California, June 14, 1981).

Il soggetto acquista una centralità assoluta, fisica e psicologica, plasmata dalla luce e reificata dal movimento, che cattura completamente l’osservatore, creando una sinergia inedita ed esclusiva tra fotografo, soggetto e osservatore.

Creatore di icone femminili, da Dovima a China Machado, da Suzy Parker a Jean Shrimpton, da Penelope Tree a Twiggy e Veruschka, Avedon ha realizzato ritratti di star del cinema come Katherine Hepburn, Humphrey Bogart, Brigitte Bardot, Audrey Hepburn, Marilyn Monroe, Buster Keaton, Charles Chaplin e di celebrità del mondo dello spettacolo, attori, ballerini, musicisti, artisti ma anche di attivisti per i diritti civili, politici e scrittori, tra cui quelli dei Beatles, di personalità del calibro di Karen Blixen, Truman Capote, Henry Kissinger, Edward Kennedy, Andy Warhol, Picasso e Francis Bacon.

Una sezione è dedicata, infine, ai ritratti degli esponenti dei movimenti americani per i diritti civili e ai membri del Congresso americano (The Family, serie del 1976 per Rolling Stone), che documentava l’élite del potere politico statunitense.

La mostra, patrocinata dalla Regione Siciliana - Assessorato regionale del turismo, dello sport e dello spettacolo, è promossa dal Comune di Palermo, prodotta e organizzata da Skira Editore e da Civita in collaborazione con il Center for Creative Photography (Università dell’Arizona), la Richard Avedon Foundation, con il supporto di The Museum Box, con main partner Ferrovie dello Stato Italiane e media partner Vogue Italia.

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