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Sergio Castellitto è il generale Dalla Chiesa: una serie su Raiuno

«L'arte mi ha salvato. Erano gli anni in cui nasceva la passione per il teatro, quella è stata la mia piccola rivoluzione rispetto al sentimento della fascinazione di una parte di gioventù di allora. Per me erano gli anni dell’accademia, della formazione su Shakespeare e Cechov». Sergio Castellitto, dopo aver interpretato tanti eroi del nostro tempo (Don Milani, Padre Pio, Rocco Chinnici), veste la divisa del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa ucciso 40 anni fa la sera del 3 settembre 1982, in via Carini a Palermo (con la seconda moglie, Emanuela Setti Carraro) nella serie Il nostro generale, in 4 serate su Rai1 da domani, 9 gennaio, in prima serata, diretta da Lucio Pellegrini con Andrea Jublin. Una coproduzione Rai Fiction - Stand by Me, che Castellitto definisce film: «Odio parole come fiction, serie o episodi», dice in conferenza stampa, alla presenza della direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati, del regista, del cast e di Rita Dalla Chiesa, mentre l’altro figlio, Nando, è in collegamento (entrambi entusiasti).

Il racconto si snoda attraverso un’epoca attraversata dagli scontri tra Stato e Br e si sofferma sulle vicende di Dalla Chiesa a capo del Nucleo speciale antiterrorismo a Torino. «Carlo Alberto Dalla Chiesa - dice Castellitto - non si studia sui libri a scuola, forse si accenna: la storia, la memoria va alimentata. Il processo di storicizzazione di uomini come il generale Carlo Della Chiesa è impossibile. Noi non riusciamo ad archiviare questi fatti attraverso un’analisi fredda e distaccata perché il dolore è ancora vivo. Il generale era un uomo di pace, nonostante la guerra».
«Attraversò la guerra, gli anni di piombo e la mafia. Era sempre in divisa e pensare che, in tutto questo, lui era un uomo di pace». Uomo di pace, ma in una divisa da soldato che nel film indossa in ogni occasione pubblica e privata tranne che al funerale della prima moglie prematuramente scomparsa Dora Fabbo (interpretata da Teresa Saponagelo).

Dice Rita Dalla Chiesa: «Noi figli abbiamo avuto un papà presente. Mia mamma Dora è stata il fulcro della vita di mio padre, che a lei raccontava qualsiasi cosa, comprese le paure e le preoccupazioni. Sembrerà paradossale, ma papà ha avuto un rapporto di padre e figlio anche con il brigatista Patrizio Peci (fu il primo pentito delle Brigate Rosse a collaborare con lo Stato grazie alle informazioni che fornì al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ndr) che vorrei incontrare e ringraziare: si è fidato di mio padre in un momento di grande tensione».

Castellitto sottolinea la grande disponibilità della famiglia del generale, in particolare della figlia Rita, ma anche il ruolo del Comando generale dell’Arma dei Carabinieri che ha permesso di girare in luoghi reali. «Per il Paese - dice - è una ferita ancora aperta, profondamente, ad esempio nella relazione con la sua famiglia, con i suoi figli».

Nel cast Antonio Folletto voce narrante: «Gli uomini del Nucleo ci hanno aiutato a entrare nel contesto che la fiction intende ricostruire. Con i loro sforzi hanno salvato la democrazia. Spero che tanti giovani possano assistere alla messa in onda». I ragazzi del Nucleo antiterrorismo sono interpretati da Flavio Furno (capitano Gian Paolo Sechi), Andrea Di Maria (Trucido, che, dice Rita Dalla Chiesa, «anche io conoscevo come Trucido, non ho mai saputo il suo vero nome»), Viola Sartoretto (Minnie), Romano Reggiani (funzionario), Alessio Praticò (Umberto Bonaventura), Stefano Rossi Giordani (Tedesco). Cecilia Bertozzi, Camilla Semino Favro e Luigi Imola vestono i panni dei tre figli Simona, Rita e Nando Dalla Chiesa, Claudia Marchiori quelli della seconda moglie Emanuela Setti Carraro.

Presente alla conferenza stampa anche il generale dei carabinieri Ubaldo Del Monaco. «Per noi carabinieri - dice - Carlo Alberto è un esempio che viviamo ogni giorno. Ha puntellato la propria esistenza con fatti straordinari e con delle intuizioni illuminanti, che ancora oggi sono attuali». La direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati sottolinea: «La nostra è una serie evento, incentrata su una persona che ha anteposto il bene dello Stato al proprio, dedicando la sua vita agli altri».

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