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Pirandello in chiave kafkiana al Biondo di Palermo

Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello, con la regia di Luca De Fusco, sarà in scena dal 18 al 27 novembre al Teatro Biondo di Palermo, con Eros Pagni nel ruolo di Lamberto Laudisi e Anita Bartolucci in quello della Signora Frola. Coprodotto dal Biondo, dal Teatro Stabile di Catania, dal Teatro Sannazaro di Napoli e da La Pirandelliana, lo spettacolo ha come altri interpreti Giacinto Palmarini, Paolo Serra, Lara Sansone, Giovanna Mangiù, Valeria Contadino, Domenico Bravo, Roberto Burgio, Plinio Milazzo, Irene Tetto. Le scene e i costumi sono di Marta Crisolini Malatesta, le luci di Gigi Saccomandi.

La commedia, scritta nel 1917, analizza l’ambiguità della realtà, della quale ognuno può dare la propria interpretazione, che potrebbe non coincidere con le altre. Nasce così la relatività delle forme, degli accordi e dell’esteriorità, l'impossibilità di conoscere la verità assoluta. Il testo indusse Giovanni Macchia a elaborare la teoria della «stanza della tortura» - oggi rivisitato da Luca De Fusco. Il celebre saggio di Macchia, a cui De Fusco ha fatto già riferimento in occasione di altre sue regie pirandelliane, fu scritto proprio in occasione della messa in scena di Cosi è (se vi pare) diretta da Giorgio De Lullo.

Una chiusura del cerchio per il regista che dirige lo Stabile di Catania, il quale approda al testo forse più compiuto di Pirandello e quello in cui diventa più che mai chiaro il senso del teatro come processo. Al centro della vicenda, com'è noto, è la vita di una tranquilla cittadina di provincia, che viene scossa dall’arrivo di un nuovo impiegato, il Signor Ponza, della suocera, la Signora Frola, e della moglie del Signor Ponza, mai avvistata veramente da nessuno, ma comunque sulla bocca di tutti. La commedia si dipana come un giallo nel quale però, più che il colpevole, si deve scoprire chi è pazzo e chi no.

«Ho deciso di bandire ogni elemento grottesco dalla rappresentazione, prediligendo una chiave interpretativa di ispirazione kafkiana, improntata al mistero, collocando i personaggi al centro di uno spazio angusto e oppressivo, che potrebbe essere il cortile di un manicomio o un insieme di palchi teatrali», dice De Fusco.

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