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Palermo, partono i lavori per completare il restauro di Maredolce

Il «Sollazzo» di Ruggero II riprenderà luce e ne darà al quartiere di Brancaccio. Partono a Palermo i lavori relativi all’ultimo intervento del progetto di restauro del complesso di Maredolce la Favara, a Palermo.

Le opere, eseguite dall’impresa Veri Restauri di Favara, sono coordinate dalla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Palermo, diretta da Selima Giuliano e finanziate con oltre 454 mila euro di risorse del Fondo di sviluppo e coesione 2014-2020, attraverso il Patto per la Sicilia. La durata prevista è di 330 giorni. I lavori, consegnati oggi, riguarderanno il completamento delle opere già avviate e la valorizzazione del Castello della Favara o di Maredolce, struttura del XII secolo utilizzata da Ruggero Il come residenza extraurbana. Il progetto, redatto in house dalla Soprintendenza di Palermo, vede gli architetti Serena Tusa come responsabile del procedimento e Filippo Davì, come direttore dei lavori.

Del complesso di Maredolce si conservano oggi il Castello, l’Isola, dove ancora resistono un agrumeto e il muro di contenimento del bacino artificiale rivestito per l’impermeabilizzazione in coccio pesto, in buona parte leggibile nel suo contorno. In particolare, i locali saranno completati con la collocazione degli infissi esterni nei vani creati nell’ambito dell’ultimo intervento di restauro. Sulle pareti e nell’intradosso delle volte si prevede la pulitura e la rimozione delle malte degradate, il consolidamento degli intonaci originari e la ripresa a tratti delle superfici, così da ripristinare il rivestimento che in parte si conserva e integrare le parti mancanti con malte di intonaco di fattura e finitura cromatica analoga a quella degli intonaci interni presenti. Negli ambienti ruderali posti a ridosso della cappella lato est, le pareti saranno consolidate e verrà protetta la sommità del muro, avendo cura prima di ripulire le superfici dalle sterpaglie con la selezione del materiale proveniente dai crolli.

«L'intervento - sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà - è un ulteriore passo avanti nell’attuazione della riqualificazione di un territorio dove per troppo tempo ha prevalso una cultura di tipo mafioso. Da alcuni anni l’impegno profuso da parte della Soprintendenza ha permesso di recuperare alla pubblica fruizione una parte significativa dell’originario sollazzo normanno e di contribuire alla crescita socio-economica del quartiere, grazie al potenziamento dell’offerta di turismo culturale. Quest’ulteriore intervento esprime la volontà del governo regionale di puntare alla valorizzazione dei beni culturali come elemento di riqualificazione del patrimonio e di crescita socio-economica dell’Isola».

Le opere di restauro riguardano, in particolare, interventi all’interno di alcuni degli ambienti interni dell’ala meridionale del castello. «In occasione dei lavori - evidenzia la Soprintendente Selima Giorgia Giuliano - si svolgeranno anche le indagini archeologiche secondo una metodologia già sperimentata che potrà contribuire a rilevare ulteriori occasioni di approfondimento relativamente alla conoscenza del luogo».

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