L’arte provocatoria da milioni di dollari dell’eclettico artista milanese Max Papeschi arriva nel capoluogo siciliano e farà certamente parlare di sé, suscitando curiosità e attenzione così com’è avvenuto in tutte le città del mondo che lo hanno ospitato.
Fino al 20 luglio le sue immagini photoshoppate, irriverenti verso le tecniche tradizionali, dalla grande forza iconoclasta e defi nite Politically-Scorrect, saranno in esposizione a Palazzo Chiaramonte Steri, antica sede dell’Inquisizione e oggi luogo del sapere, simbolo della formazione accademica e della crescita dei futuri cittadini liberi e consapevoli, capaci di nuove e profonde riflessioni.
Definito dalla critica come l’Andy WarhoI italiano, il ribelle talentuoso che in soli dieci anni ha conquistato i palcoscenici artistici internazionali e che ha fatto dell’ironia la sua cifra stilistica, presenta a Palermo una selezione di circa trenta opere e in anteprima l’opera Land of Hope and Mushrooms.
Max Papeschi arriva alla digital-art dopo l’esperienza da autore e regista in ambito teatrale, televisivo e cinematografico. Molte delle sue opere dal prorompente impatto mediatico possono essere lette come delle vere e proprie campagne pubblicitarie.
Come artista figurativo il suo approccio con l’Art-World è stato apprezzato sia dal pubblico che dalla critica, colpiti dal modo realistico in cui racconta la globalizzazione e il consumismo delle società contemporanee, rivelandone limiti e degenerazioni. “I lavori di Max Papeschi - come ha scritto la storica dell’arte Pinina Rosenberg - sono ricchi di significati complessi che creano un legame con un passato sordido e fungono da ammonimento per il presente".
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