PALERMO. «Ho iniziato a fare collage perché mi mancava il rapporto con la materia». E ti immagini Claudia Uzzo mentre sceglie, ritaglia, seziona, incolla, vivifica, pennella. Perché se le manca il rapporto con la materia, è certo che ha ritrovato quello con i sogni di cui traccia
contorni impercettibili. Sceneggiatrice e montatrice, da sempre collaboratrice dei registi Daniele Ciprì e Franco Maresco, la Uzzo è in questo caso prestata all’arte: questa sua prima personale, «Stranacarne» raccoglie piccoli morceaux che fanno paura.
La mostra – in corso a Palazzo Ziino dove resterà fino al 22 maggio – è organizzata da Lumpen, associazione vicina a Franco Maresco con cui l’artista collabora da anni. Cinquanta collage, realizzati dal 2004 a ieri, con tecnica mista (pittura, segno grafico, uso di materiali vari come carta e cartone) per indagare l’immaginario femminile, scarnificato di ogni cosa bella, elegante o effimera.
Quelli di Claudia Uzzo sono personaggi mutanti, che mischiano braccia, gambe, sesso, in un pot pourri frammentato di sensazioni sconfortanti e assolute. E sono belli, stranamente belli. Come «Lucio» uno dei collage che la Uzzo dedica a Franco Scaldati, vero nume tutelare di tutti gli artisti che son venuti dopo di lui. Palazzo Ziino è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9,30.
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