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Piana degli Albanesi, 16 clic per restituire la memoria rubata

PALERMO. Filippo, 85 anni, non avrebbe forse mai immaginato un giorno di potere riprendere in mano il suo vecchio pennello da barba, utilizzato per anni e anni nel suo salone. Così come Rosa, 86 anni, ha impugnato nuovamente la sua matita bicolore e scritto in un vecchio registro da insegnante. E ancora Concetta, 92 anni, è tornata a maneggiare scarpe rotte. Come faceva un tempo, da calzolaia. Quando riparava suole distrutte piuttosto che coltivare il suo sogno di diventare sarta.

L'Alzheimer ha rubato loro la memoria, ha strappato via i loro ricordi. Ma c'è sempre una speranza. E chi sta al loro fianco, giorno dopo giorno, ha deciso di far sì che i ricordi potessero riaffiorare. Così personale medico e amministrativo, operatori socio sanitari, assistenti sociali, psicologi e animatori della Rsa (residenza sanitaria assistita) di Piana degli Albanesi, hanno deciso di fare un regalo speciale ai 60 ospiti della struttura. E alle loro famiglie. Un tuffo nel passato attraverso sedici scatti che da oggi saranno in mostra proprio all'interno della Rsa.

Ed è stato un gran lavoro di squadra. Il personale della struttura, gestita in sintonia tra l'Asp di Palermo e due aziende private (Pfe e Formula servizi), ha lavorato senza sosta coccolando e preparando i pazienti all'evento: 60 ospiti tra anziani non autosufficienti (15 persone) e uomini e donne affetti da Alzheimer (45). E il ricordo degli antichi mestieri ha coinvolto pressoché tutti. Sono stati realizzati oltre 500 scatti. Sedici dei quali saranno in mostra. Ad occuparsi delle foto, 16 giovani fotografi del territorio, professionisti e amatoriali. A fornire il materiale necessario, le famiglie stesse dei pazienti, che hanno portato gli strumenti di lavoro dei loro cari.

«L'emozione - racconta Salvo Bruno, responsabile amministrativo della Rsa - è stato il filo conduttore di questo progetto. Ci siamo emozionati noi, i nostri ospiti, ma anche gli stessi fotografi. Con una semplice carezza da parte degli anziani, una parola, un gesto d'affetto». E così si è creato quel rapporto di amore e fiducia indispensabile per realizzare il tutto. Con Rosa, l'insegnante, che si è chinata ad accarezzare il suo fotografo, Alessandro Ferrantelli, mentre in ginocchio montava l'obiettivo. O ancora Stefano Schirò che si è ritrovato a fotografare 8 ricamatrici di un tempo, con la signora Rosalia che alla vista del telaio è andata incontro al ricamo, sistemandolo per bene.

Daniele Ajavolasit ha avuto un compito delicato. È suo lo scatto che evoca il mestiere delle badanti. Melina, 64 anni, e Maria 82, nella foto si ritrovano a coccolare delle bambole, con la cura e l'amore di un tempo. Cullandole al loro petto. Si sono riviste in quella gestualità. «Hanno avuto reazioni diverse - spiega la psicologa Floriana Scalora - in base alla loro personalità e allo stadio della malattia. Così come la pianista, Rosalia, 81 anni, all'inizio era stretta tra la voglia di suonare e la necessità di scappare». E poi Giusi Biscari, la fotografa, è riuscita a creare l'intesa necessaria allo scatto.

Mario Calivà si è dedicato alle impiegate. E porta in mostra la signora Bernarda, 78 anni. Con post-it e penna in mano. Maria Giangrosso, invece, ha avuto il compito di far rivivere i muratori. Per realizzare ogni foto è stato allestito un vero e proprio set. E per i 6 muratori, con Gaetano, 94 anni, nella foto selezionata per la mostra, tanto di mattoni, giubotti fluorescenti e cappellini con la carta di giornale. I contadini, invece, sono stati affidati a Sara Cusenza. Con la signora Anna, 78 anni, bellissima con il suo cappello di paglia, davanti a una distesa di olive. Ornella Teresi si è dedicata a Filippo, 85 anni, il barbiere.

Impegnativa la fotografia delle casalinghe di Francesco Marino. Un set con tanto di uova, mattarello, olio, vino, pane. Sette casalinghe perfette, con Antonina, 71 anni, in procinto di fare la pasta o ancora Elena, 85 anni, stanca davanti alla sua tavola imbandita. «Le uova - racconta Donatella Segretario, assistente sociale - erano sempre in bilico». Commovente la fotografia di Mario Pecoraro, il «saluto».

Nella foto c'è Lugi, 88 anni, con l'animo da generale. Carico di significato anche lo scatto dell'estetista. Letizia Vasotti ha immortalato la mano della signora Maria, 82 anni. Allo specchio, nello specchio che le appartenne in passato, l'immagine della donna da giovane. Un rossetto rosso dipinge tutto il resto. E tra i pazienti della Rsa ci sono ancora una decoratrice di coffe di paglia, Vita, 89 anni, fotografata da Chiara Scalia, e una disegnatrice di abiti, Rosa, 93 anni, che ha ripreso in mano la sua matita per lo scatto di Graziano Lucito. E poi c'è Concetta, 92 anni, la calzolaia, che con tenerezza si è rivolta ad Alessia Salemi, la sua fotografa, chiamandola «nicaredda me».

Oltre alle foto dei mestieri, in mostra anche altre due immagini. «Con Giorgio Lucito e Zefa Skiro - spiega Salvo Bruno - abbiamo voluto rappresentare altri due aspetti della nostra realtà. Uno scatto dal titolo ”Per la via”, con Pietro, 63 anni, con noi da maggio del 2012, conosciuto da tutti per le strade di Piana. Un pannello con una scritta in arbereshe sottolinea il legame con il territorio».

La foto di Zefa, invece, ritrae lo «spazio degli invisibili», con Filippo, 86 anni, riflesso nello specchio dell'ascensore.
Sotto il profilo medico è Rosario Nicotra, responsabile medico della struttura, a sottolineare l'importanza di questo lavoro: «Un ponte con il passato, il ricordo di ciò che sono stati. È stato un utile strumento di integrazione, il recupero di una riserva cognitiva che c'è dentro ciascuno di loro».

La mostra «Io mi ricordo», resterà aperta fino al 21 dicembre. Fa parte di un progetto più ampio, quello del periodo natalizio, organizzato per far festa con tutti i pazienti.

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