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Termini Imerese, puparo aggredito sul palco mentre dà voce a Padre Puglisi: «Azione meschina»

L'episodio è avvenuto ieri durante la messa in scena dello spettacolo dei pupi antimafia di Angelo Sicilia

Stava muovendo e dando voce ai suoi pupi siciliani antimafia, il puparo Angelo Sicilia, quando è stato aggredito sul palcoscenico. L'episodio è avvenuto in piazza Sant'Antonio a Termini Imerese. A parlare con la voce di Sicilia era Don Pino Puglisi che stava raccontando l'esperienza del Centro Padre Nostro, con frasi note come «non è l'odio che muove il mondo ma l'amore» o «se ognuno fa qualche cosa si può fare molto». In quel preciso momento un uomo di circa 45 anni ha cominciato a disturbare lo spettacolo con urla e versi. Un atteggiamento che ha indisposto il puparo, che ha interrotto l'opera e ha invitato il disturbatore a non proseguire.

Ma il richiamo non è stato gradito. Lo spettatore ha dapprima inveito a parole contro Angelo Sicilia, poi è salito sul palcoscenico per aggredirlo, cercando di colpirlo con un pugno. Nella colluttazione, che per fortuna non ha causato danni fisici all'artista, sono rimasti danneggiati due microfoni, un archetto e un altro che era agganciato all'asta. Ad intervenire i carabinieri di Termini Imerese, che hanno fermato l'uomo, consentendo la conclusione dello spettacolo. Ma i disordini non si sono fermati lì. Alla fine dell'opera altra gente, probabilmente parenti del fermato, hanno proseguito con urla e offese nei confronti del puparo e della sua compagnia. Tanto da indurre i militari, per maggiore sicurezza, ad accompagnare l'artista e il suo staff fino allo svincolo autostradale.

«Da quando faccio questo lavoro, da 25 anni, me ne sono successe di tutti i colori - racconta Angelo Sicilia a Gds.it -: mi hanno bruciato il furgone mentre facevo lo spettacolo, mi hanno bruciato le scene, mi hanno tirato fumogeni e pietre mentre ero in scena, ma mai era successo che qualcuno fosse salito sul palco. Il problema riguarda la sicurezza di chi sceglie di fare attività artistica nelle piazze su certe tematiche - prosegue - che, purtroppo, fanno ancora male a qualcuno. Parlare di mafia e trovare ancora dei provocatori che quando ti va bene ti prendono a sassate o ti entrano nel palco diventa un problema serio. C'è un calo di tensione in questa società che non accetta più un tipo di messaggio come questo come prioritario. E avverto ciò con grande amarezza. Non so chi sia l'uomo fermato e a chi appartenga - conclude Sicilia - ma ha interrotto in maniera meschina uno spettacolo in cui si metteva in risalto la figura e la parola di Don Pino Puglisi. Siamo stati danneggiati nell'espletamento del nostro lavoro, mentre volevamo dare dei messaggi di speranza alla piazza in cui ci trovavamo. E questo ci rattrista».

Tanti i messaggi di solidarietà per il puparo palermitano. La Rete per la promozione della cultura antimafia nella scuola ha inviato una nota in cui esprime vicinanza ad Angelo Sicilia: «Conosciamo bene il lavoro svolto in questi anni da Angelo Sicilia che, nelle nostre scuole, ha contribuito alla promozione della cultura antimafia rinnovando, con grande impegno, il linguaggio artistico dei pupi siciliani. È inaccettabile che l’azione militante e l’attività professionale di un intellettuale, che ha investito sull'opera dei "pupi antimafia", possa essere oltraggiata in questo modo:
questa vicenda dimostra che bisogna continuare a lavorare con grande impegno per bonificare il terreno su cui attecchisce la cultura mafiosa. Siamo certi - conclude la nota - che Angelo Sicilia non si lascerà intimidire, anche perché continuerà a trovare le porte aperte nelle nostre scuole».

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