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La strage di Custonaci: le due famiglie di Carini legate anche nella morte

Legati nella vita da un rapporto di parentela, ma anche da un affetto e una frequentazione che li ha uniti per anni. Anche in quei terribili giorni dell’agosto del 2010, quando casa Cataldo era stata sconvolta dal lutto per la perdita di Pietro, un promotore finanziario con la passione della pesca in apnea e morto in mare a poche bracciate dalla spiaggia di Aspra.

Il destino dei Cataldo e degli Schiera - tutti originari di Palermo - si era legato grazie alle due donne, Maria Grazia Ficarra, sposata Cataldo, e Anna Rosa Romancino, sposata Schiera: cugine, fin da piccole hanno vissuto una vita quasi parallela e avevano in comune persino la madrina di battesimo. Il sabato e la domenica era normale che la trascorressero insieme, una volta liberi dagli impegni personali.

Matteo Cataldo era il titolare di un’azienda per l’istallazione e la manutenzione di impianti frigoriferi, sede nella zona di Brancaccio. Lì, lavorava anche il figlio Danilo. I Cataldo avevano vissuto per anni a Tommaso Natale. La vita in quella casa era stata sconvolta dalla tragedia della morte del figlio Pietro, 37 anni, colto da malore in mare mentre a Capo Zafferano stava pescando ricci e patelle che - come spesso accadeva - avrebbe cucinato a cena per i suoi familiari.

La vita dei Cataldo era continuata con l’attività della Ficarra, che spesso si dedicava alla manicure a domicilio delle persone che conosceva, e in quella di padre e figlio nel settore dell’impiantistica. Grandi lavoratori, i due, sempre puntuali nel fare lavori e disponibili a qualsiasi ora, e anche nei giorni festivi, nel caso qualcuno dei loro clienti avesse avuto una necessità. Poi i Cataldo si sono trasferiti in una villetta del complesso residenziale di via Magellano 125 a Carini. Da lì, ieri, avrebbero dovuto raggiungere un’azienda di Trappeto, dove erano attesi per un lavoro.

«Siamo sconvolti dalla notizia, erano davvero delle persone perbene e grandi lavoratori», racconta Francesco Mattina, titolare di un’azienda che sulla pagina Facebook ha reso noto il legame con due delle vittime dell’incidente: «Oggi è una giornata molto triste per la nostra azienda. Nel tragico incidente stradale di ieri sera a Custonaci, tra le sei vittime, ci sono anche i nostri frigoristi Matteo Cataldo e Danilo Cataldo. Francesco Mattina e il personale tutto della F. Mattina & C. si stringono al dolore dei loro familiari».

In azienda ricordano bene la tragedia del gemello di Danilo morto in mare, un dolore che Matteo era riuscito in parte a superare grazie alla sua attività: «L’ho conosciuto dieci anni fa, sapevo della tragedia e ho sempre avuto una grande considerazione per la professionalità sua e del figlio» aggiunge Mattina. «Il padre era un appassionato di cucina, ne parlava spesso quando lo incontravo in azienda da me».

«Con grande tristezza mi giunge notizia che una nostra amica che partecipava al convegno “La vita oltre la vita” ci ha lasciati a seguito di un terribile incidente stradale», scrive il geometra Giovanni Teresi, facendo riferimento alla tragedia che aveva colpito i Cataldo. «Che la terra vi sia lieve e che vostro figlio, già Angelo di Dio, vi avvolga nella luce eterna di Dio Padre. Maria Grazia Ficarra, resterai sempre nei nostri cuori insieme a tutti i tuoi cari».

E lei, la Ficarra, non aveva perso la speranza e grazie alla fede era riuscita ad andare avanti dopo la morte del figlio. E anche sul suo profilo Facebook non perdeva occasione per ricordarlo: «La vita non è mai stata facile x la mia famiglia soprattutto dopo il dolore della perdita di nostro figlio... Ma ringrazio Dio x quello che abbiamo sempre avuto la forza di vedere con gli occhi del cuore».
Il pranzo a San Vito lo Capo, la giornata da passare insieme con la cugina e il marito, è stata l’ultima delle gite che le due famiglie hanno condiviso.

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