Si chiede ancora giustizia per il giovane di Cinisi Paolo La Rosa, a tre anni dal suo brutale omicidio. Al suo assassino, Pietro Alberto Mulè, 22 anni di Cinisi, che lo ferì mortalmente con diverse coltellate, sono stati inflitti in primo grado 16 anni di carcere. In occasione del terzo anniversario della morte del 21enne, avvenuta il 24 febbraio del 2020, si è svolta ieri nel paese palermitano una fiaccolata molto partecipata per ricordarlo. In testa al corteo la famiglia di Paolo, che non è soddisfatta per la decisione della Corte d'Assise e spera nell'Appello.
La fiaccolata è partita dalla chiesa madre di Terrasini, dove si è svolta una messa in suffragio del giovane officiata da Padre D'Aleo di Cinisi con i parroci di Terrasini, ed è arrivata in piazzetta Titi Consiglio, luogo in cui è stato ucciso Paolo La Rosa. Proprio lì, l'anno scorso, grazie alle donazioni di familiari e amici, è stato installato l'albero della vita, un'opera d'arte permanente in sua memoria. A tre dal suo eccidio per mano assassina, le comunità di Cinisi e Terrasini si sono riunite nel suo ricordo. Presenti autorità civili, politiche e militari, semplici cittadini, uomini e donne, ragazzi e ragazze ed amici del povero Paolo, il sindaco di Cinisi Giosuè Maniaci e una folta rappresentanza di atlete ed atleti, accompagnati da tecnici e dirigenti della Renzo Lo Piccolo Terrasini.
Proprio nel campo sportivo Renzo Lo Piccolo, si è svolto nei giorni 20 e 21 febbraio scorsi un torneo in memoria di Paolo La Rosa al quale hanno partecipato diverse squadre giovanili. Sugli spalti erano presenti il padre Carlo La Rosa, la madre Loredana Zerbo e la sorella Giuliana.
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