Marevivo ed EcoTyre sbarcano a Isola delle Femmine alla ricerca di Pfu (pneumatici fuori uso) in mare. Dopo Mazara del Vallo, la Sicilia è ancora una volta interessata da questa importante iniziativa, patrocinata dal Ministero della Transizione ecologica, a favore dell’ambiente e della salvaguardia del mare. I sub del Diving Center Saracen hanno raccolto 500 kg di Pfu. EcoTyre si occuperà di condurre i Pfu raccolti all’impianto di trattamento più vicino, rispettando la logica di prossimità; saranno correttamente trattati, opportunamente riciclati e reimmessi nel ciclo dell’economia circolare.
«La Sicilia finora ha ospitato ben due tappe di Pfu Zero sulle coste italiane e a settembre saremo anche a Lampedusa – ha detto Enrico Ambrogio, Presidente EcoTyre – questo perché c’è interesse da parte delle Amministrazioni comunali di salvaguardare il mare da rifiuti non pericolosi ma certamente permanenti, che non si deteriorano se non opportunamente trattati. Infatti, se gestiti in maniera corretta la gomma giunta a fine vita è una risorsa, attraverso una serie di passaggi può essere reimpiegata in prodotti nuovi di gomma. È in questa direzione che va il nostro progetto di Ricerca e Sviluppo da Gomma a Gomma su cui stiamo investendo molto grazie anche agli ottimi risultati finora ottenuti».
Il viaggio di Marevivo ed EcoTyre quest’anno è ricco di tappe, ben 7: dopo Mazara del Vallo, Gaeta, Isola delle femmine, sarà la volta di Alghero, Viareggio, Laguna di Orbetello, Lampedusa.
«Giungono sempre più richieste da tutta Italia per questa iniziativa perché è importante sensibilizzare i cittadini, che spesso non sanno che gli pneumatici fuori uso sono una tipologia di rifiuto “permanente” che se lasciata in natura impiega centinaia di anni per degradarsi – ha affermato Carmen di Penta, Direttore Generale di Marevivo –. Le Amministrazioni Comunali accolgono con grande piacere i nostri interventi, con cui contribuiamo a sensibilizzare le persone sull’importanza di tutelare l’ecosistema marino. Ringraziamo la guardia costiera per l’assistenza e la preziosa collaborazione, nel particolare il direttore marittimo della Sicilia Occidentale Raffaele Macauda e il luogotenente gargano, comandante della guardia costiera di Mondello».
La presenza degli pneumatici era stata segnalata a Marevivo dal Diving Center Saracen di Tony Scontrino e come sempre il lavoro dei subacquei diviene estremamente importante per la salvaguardia del mare e per consentire la rimozione di ciò che non gli appartiene e che rischia di comprometterne la bellezza. Anche il Comune di isola delle Femmine ha dato il proprio supporto per la realizzazione dell’iniziativa.
«Aver contribuito alla realizzazione di questo evento è per noi motivo di orgoglio e costituisce un ulteriore incentivo a fare di più e meglio per l’ambiente, in particolare per il mare, grande patrimonio della nostra città e del nostro territorio per l’attuazione dell’economia circolare», ha dichiarato il vicesindaco di Isola Delle Femmine Maria Grazia Bruno. «Ringraziamo Carmen Di Penta, direttore generale di Marevivo ed Enrico Ambrogio presidente di EcoTyre - ha aggiunto -, per averci coinvolti in questo progetto che continuerà in giro per l’Italia, e che vuole sottolineare l’importanza di seminare nelle future generazioni il rispetto per l’ambiente e in particolare per il mare».
Dopo il recupero degli pneumatici, un nucleo di archeologi subacquei della Soprintendenza del Mare coadiuvati dai subacquei del Diving Center Saracen di Isola delle Femmine e dal noto documentarista Riccardo Cingillo, che ha ripreso le immagini delle operazioni, sono intervenuti in mare per liberare un relitto militare che giace a poca distanza dalla cittadina siciliana ad una profondità di 47 metri da un enorme groviglio di lenze disperse. Il relitto è la meta di tanti subacquei in escursione e detiene un importante valore storico e culturale di grande rilevanza.
«La tutela dei beni culturali deve essere mantenuta in mare come a terra – ha dichiarato Salvo Emma della Soprintendenza del Mare –. Il relitto fa parte della nostra storia ed è testimone silenzioso di un passato drammatico che ha ancora tanto da raccontare; averlo liberato dagli arnesi da pesca dispersi ha significato ridare dignità all’aereo e ai soldati che hanno perso la loro vita in guerra». Custodi del mare, che hanno riparato ai danni provocati da altri uomini, nella speranza che il loro impegno possa servire da esempio per riflettere, responsabilizzarsi e cambiare rotta.
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