«Ritengo che mai come in questa contingenza economica sia necessario affinare le tecniche di aggressione tempestiva dei patrimoni mafiosi, impedendone il riciclaggio, e monitorare con rinnovata ed efficace attenzione i tentativi dei clan di infiltrarsi e impossessarsi della macchina amministrativa dei comuni approfittando delle imminenti elezioni amministrative».
Lo ha detto il questore di Palermo, Leopoldo Laricchia, durante la cerimonia per i 170 anni della fondazione della polizia di Stato, nella Caserma Pietro Lungaro. Gli uffici operativi della Questura che si occupano del contrasto alla criminalità mafiosa - la Divisione Anticrimine, la Squadra Mobile ed i Commissariati - «sono stati rinforzati ed alcune tecniche investigative e di prevenzione sono state rivisitate per metterle al passo con la sfida attuale». Tutte le operazioni antimafia degli ultimi anni, prosegue Laricchia, «ci restituiscono un quadro dell’organizzazione criminale mafiosa dedita soprattutto al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti e, soprattutto in alcuni quartieri, al racket sulle attività economiche, con frequenti e continui tentativi di riorganizzare gli organi di vertice e coordinamento, puntualmente individuati e contrastati dalla magistratura e dagli uffici investigativi delle forze di polizia attraverso centinaia di arresti e sequestri di patrimoni».
È una presenza «tuttora importante e pervasiva» quella della criminalità organizzata e diffusa, «che spesso sono complementari e si alimentano del degrado e della marginalità sociale di alcuni quartieri, che diventano il terreno di coltura ed il teatro dei fenomeni criminali o, comunque, dell’illegalità», ha detto Laricchia. Questo contesto di illegalità, avverte il questore, «troppo frequentemente e in modo quasi sistematico, coinvolge i minori, spesso bambini, che vivono in branco per le strade dei quartieri, immersi in un clima che fa loro ritenere normali azioni e comportamenti criminali. In queste realtà urbane il solo barlume di speranza viene dalla dedizione di molti insegnanti delle scuole che operano con grande spirito di servizio, e del volontariato, che molte volte sono l’unico prezioso appiglio di solidarietà e legalità».
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