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Verso l'Ucraina per raccontare e aiutare, il viaggio di 3 palermitani: "Qui la vita si è fermata"

Dall’idea alla realizzazione. Da una telefonata spontanea, senza prendersi troppo sul serio, alla prenotazione istantanea del volo. Destinazione Cracovia, poi subito in macchina per Przemyśl e Medyka con la camera in spalla, un paio di maglioni per coprirsi bene la notte e tanta voglia di raccontare e aiutare.

Slegarsi da ogni minimo ragionevole dubbio e dire: «Sapete che c’è? Noi questa cosa la facciamo. Adesso». È la storia di tre giovani palermitani della neonata società di distribuzione e produzione cinematografica Marte Studios, Guglielmo Brancato, Vincenzo Lo Iacono, Gabriele Campanella e di un marchigiano, Nicola Pergolini.

Una narrazione che ha inizio oggi, al sedicesimo giorno di guerra al confine con l’Ucraina, dove tutto quello che è sempre stato immaginario, lontano, ha fatto il suo ingresso nel reale. Brutalmente. Questa è stata la sensazione che ha colpito loro, giovani che una guerra l’hanno sentita solo raccontare dai nonni o l’hanno soltanto sfiorata ai tempi del conflitto del Golfo.

Oggi è più vicina, quasi dietro l’angolo; forse perché tocca popolazioni europee ed investe l’Europa nella sua interezza. Oggi ne sentiamo gli odori, vediamo le immagini riflesse e sentiamo il freddo pervadere le nostre pelli. La troupe, partita da Milano giovedì pomeriggio, andrà a documentare un dramma a cui nessuno vuole e può credere.

«A Cracovia - racconta Guglielmo Brancato - la vita scorre normalmente. L'autostrada che porta a Medyka inizialmente è normale. Venti km prima di arrivare inizia a cambiare aspetto. La strada inizia ad essere dissestata. La polizia controlla tutti. L'atmosfera è tesa: qualche chilometro più avanti scoppiano bombe, muoiono persone. In queste prime ore abbiamo visto capannoni pieni di cibo e oggetti come peluches e coperte sono l’unica àncora a cui aggrapparsi nel freddo gelido della notte. I volontari, con l'aiuto della polizia, smistano i rifugiati nei centri adibiti per i dormitori improvvisati. In queste ore la certezza perde il suo senso etimologico e posso dire che abbiamo capito quante cose abbiamo. E quanto fa schifo la guerra. Quanto le vite degli ucraini siano state stravolte dall'oggi al domani per colpa di un pazzo».

Poi aggiunge: «Qui la vita sembra essersi fermata. Arrivano decine di pullman stracolmi di persone ogni minuto, e nessuno alza la voce. I bambini non capiscono. Hanno volti incerti, stringono i loro peluches per ritrovare un calore che gli è stato tolto senza preavviso. Abbiamo parlato stanotte con Kolav, un ragazzo di 17 anni che ha salutato velocemente suo padre e suo fratello perché costretto ad arruolarsi».

La rappresentanza di Marte Studios sarà presente in Polonia fino a lunedì pomeriggio per raccontare attraverso video, foto e testimonianze dirette l’esodo dei profughi di guerra. Successivamente l’idea, l’obiettivo ultimo, è quello di realizzare un documentario.

Ma c’è di più: la società ha attivato una raccolta fondi online per acquistare cibo e materie prime da dare alle associazioni presenti sul posto. Aiutare le famiglie e sostenerle il più possibile. Direttamente sul posto. La donazione sarà libera e anonima. I soldi raccolti saranno interamente devoluti alle associazioni che al momento lavorano e sono presenti al confine, dove si trova anche la troupe.

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