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Preso il boss e i suoi gregari, le foto degli arrestati nel blitz antimafia di Bagheria

La famiglia mafiosa di Bagheria, secondo gli investigatori, controllava tutto e dirimeva i contrasti tra i commercianti. È uno degli elementi che viene fuori dalla operazione Persefone con cui i carabinieri ieri hanno smantellato il clan di Bagheria, da sempre considerato roccaforte di cosa nostra, e che ha portato a otto arresti.

Insieme a Massimiliano Ficano, ritenuto dagli investigatori il nuovo capomafia di Bagheria, sono stati fermati anche i suoi uomini più fidati. Si tratta di Gino Catalano, Bartolomeo Scaduto, Giuseppe Cannata, Salvatore D'Acquisto, Giuseppe Sanzone e Carmelo Fricano. A loro si aggiunge Fabio Tripoli. Il boss si vantava con i suoi fedelissimi di essere stato iniziato nell'organizzazione dai mafiosi vicini a Bernardo Provenzano che in passato si erano occupati della latitanza del padrino corleonese.

Catalano, in particolare, è accusato di avere compiuto un'estorsione ai danni dei titolari di un panificio che vendeva oltre al pane anche dolci. Un'attività che danneggiava il titolare di un bar che si trovava nei pressi. In un'intercettazione un indagato affermava con un suo stretto collaboratore, che i soldi della gestione di centri scommesse e dal traffico di sostanze stupefacenti erano fondamentali per sostenere le familiari dei detenuti.

 

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