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Peppino Impastato ucciso dalla mafia 41 anni fa, in migliaia al corteo a Cinisi - Le foto

Ricorre oggi il 41esimo anniversario della morte di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978 a Cinisi. Mentre l’Italia era distratta dal ritrovamento del corpo senza vita di Aldo Moro, a Cinisi la mafia uccideva e faceva saltare in aria Peppino, il primo a ribellarsi a un sistema criminale sfidando parte della sua stessa famiglia. Il padre, infatti, era un mafioso e Peppino aveva deciso di interrompere ogni rapporto con lui.

Un anno prima della sua uccisione, Impastato aveva dato vita a Radio Aut, dai cui microfoni denunciava gli affari di Tano Badalamenti, che aveva soprannominato "Tano Seduto". La sua era una voce scomoda che bisognava silenziare a tutti i costi in una Sicilia in cui il dominio della criminalità organizzata era assoluto. Il suo cadavere fu trovato sui binari della ferrovia. Accanto c'era del tritolo. Cosa nostra voleva che la sua morte passasse per un fallito attentato terroristico. E in un primo momento si pensò che fosse avvenuto proprio questo, salvo poi scoprire, grazie all’impegno del fratello Giovanni e della madre Felicia Bartolotta, che in realtà si trattò di un delitto mafioso.

Numerose le iniziative organizzate a Cinisi, nel palermitano, sua città natale. Alle ore 16:30 un corteo è partito da Terrasini, sede di Radio Aut, per raggiungere Casa Memoria Peppino e Felicia Impastato a Cinisi, divenuta presidio di legalità e luogo d'incontro di moltissime realtà di impegno sociale operanti dentro e fuori l'Italia. A guidare il corteo, oltre agli amici e compagni di Peppino, anche Maurizio Landini, Segretario Generale CGIL.

A seguire, a partire dalle 20, si terrà un concerto reading, a cui parteciperanno alcune delle realtà più interessanti della scena musicale e artistica italiana. Tra gli artisti che hanno aderito all’iniziativa, Dimartino, Corrado Fortuna, La Rappresentante di lista, Chris Obehi, Roy Paci, Christian Picciotto, Igor Scalisi Palminteri, Alfio Scuderi, Angelo Sicurella e Dario Sulis.

"Essere a Cinisi per ricordare Peppino Impastato è un atto doveroso; un doveroso momento di memoria attiva ancora più importante oggi per ribadire l'impegno a difesa della Costituzione e dei suoi valori fondamentali nati dalla lotta antifascista". Lo ha detto Leoluca Orlando presente a Cinisi alle iniziative di commemorazione di Peppino Impastato. "Riaffermare e difendere i principi della Costituzione - ha detto Orlando - credo che sia il modo migliore per ricordare Peppino Impastato e Piersanti Mattarella, che sembrano così lontani eppure sono così vicini. Sono i due esempi più forti, prima della stagione delle stragi, di rottura con la cultura e politica mafiosa della nostra regione. Uno è l'espressione più alta della società civile che si ribella, l'altro è l'espressione più alta di una Istituzione che si ribella".

Anche il presidente della Camera, Roberto Fico, ha ricordato Peppino Impastato con un post sul suo profilo Facebook. "Mentre a Roma veniva ritrovato il cadavere di Aldo Moro, in Sicilia, nel piccolo paese di Cinisi, la mafia uccideva Peppino Impastato. Era il 9 maggio del 1978, una data drammatica per il nostro Paese".

"Peppino Impastato aveva iniziato da giovanissimo la sua battaglia civile e politica diventando un punto di riferimento per i ragazzi che cominciarono a vedere in lui una concreta opportunità di reazione e liberazione dalla prepotenza mafiosa. Era consapevole dei rischi che correva, ma era troppo potente in lui il desiderio di riscattare sé stesso e la sua terra dall'onta della criminalità organizzata. In questo suo impegno c'era una componente rivoluzionaria: apparteneva lui stesso a una famiglia mafiosa. Questo rendeva più eclatanti e più efficaci il lavoro di sensibilizzazione e le denunce che portava avanti", aggiunge Fico.

"Tanti, anche grazie all'esempio di Impastato, hanno continuato a percorrere idealmente quei 'cento passi' tra la sua casa e quella del boss Gaetano Badalamenti, mandante del suo assassinio: ciascuno partecipando con la propria storia, le proprie competenze e il proprio impegno a una battaglia civile contro ogni forma di collusione con le mafie. E credo che la sua testimonianza viva ancora oggi nella voce del giovane figlio di un boss della camorra, che nei giorni scorsi ha partecipato a Napoli a una manifestazione per gridare la sua rabbia contro il sudiciume e la dissolutezza della criminalità organizzata. Istituzioni e politica devono mantenere sempre alta l'attenzione contro il malaffare, la corruzione e tutte le forme di complicità con le mafie. È il modo migliore per ricordare Peppino Impastato e chi, come lui, ha sacrificato la propria vita per non rinunciare a sognare un Paese migliore", conclude il presidente della Camera.

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