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Clonazione di carte di credito a Palermo: 17 condanne - Nomi e foto

PALERMO. Mentre l’operazione “Free money”, che sta smantellando un'organizzazione specializzata nella clonazione di carte di credito, continua a portare a nuovi arresti, in Tribunale arrivano le prime condanne per chi era finito in manette negli scorsi mesi.

Il gup Fabrizio La Cascia ha inflitto a Cristian Giuseppe D'Orso, 3 anni e 4 mesi; Paolo Autieri, 3 anni e 4 mesi; Giammarco Alletto,3 anni e 6 mesi; Filippo Lo Giudice, 2 anni e 7 mesi; Andrea Mirino, 1 anno e 2 mesi; Vincenzo De Lisi, 4 anni; Dario Stancampiano, 5 ani e 9 mesi; Salvatore Alessio Coglitore, 2 anni; Pietro Scarpisi, 2 anni e 6 mesi; Michele Stancampiano, 5 anni e 3 mesi; Giovanni Filpo, 4 anni e 10 mesi; Antonio Vincenzo Lo Piccolo, 3 anni e 8 mesi; Salvatore Saitta, 2 anni e 2 mesi. E poi, tutte pene sospese per: Filippo Di Miceli, 6 mesi; Maria Cardovino 10 mesi; Enza Porzio 10 mesi, Dario Saitta 10 Mesi.  Ad alcuni è stata contestata l'aggravante della transnazionalità che ha fatto lievitare le condanne. Assolte perché il fatto non sussiste Gaetana D'Anna e Elena Montalbano.

Secondo le indagini, la base operativa del gruppo era a Palermo, ma con ramificazioni anche in ambito nazionale e con profili internazionali: aveva propaggini internazionali in Russia, Ucraina e Romania. L'operazione, denominata "Free Money", era scattata dopo la denuncia presentata alla squadra mobile dal direttore di un istituto di credito cittadino, relativa ad un tentativo di frode con carte di credito clonate, avvenuto attraverso l'utilizzo illecito di un pos appartenente a una ditta di autonoleggio con sede a Palermo. Il giro d'affari accertato dagli investigatori ammonta a circa 3 milioni di euro. Le indagini si sono avvalse di intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, riscontrate, tra l'altro, da servizi di pedinamento, osservazione sul territorio e accertamenti bancari. Le vittime della truffa erano, nella maggior parte dei casi, possessori statunitensi di carte di credito, clonate da hacker russi, per svariate migliaia di dollari.

AGGIORNAMENTO

L'avvocato Walter Lo Bocchiaro, difensore di Salvatore Alessio Coglitore, in una lettera del 19 aprile 2023, con riferimento al suo assistito, comunica, tra l'altro, quanto segue:

«Dal procedimento penale disposto a seguito dell’operazione, si rileva che il Sig. Coglitore, giusta sentenza passata in giudicato dalla Corte di Appello di Palermo del 15 giugno 2017, è stato assolto per non aver commesso il fatto su due dei tre capi di imputazione a lui rivolti (capo 6 - delitto di cui all’art. 110 e 615quater c.p. - e capo 7 - delitto di cui all’art. 110, art. 55 co. 9, dlgs n. 231 del 2007, art. 61 n. 2 cpv c.p. e art. 81 c.p). Infatti, gli è stata ascritta soltanto la pena di anni uno, mesi quattro di reclusione ed € 300,00 di multa, parimenti sospesa con la condizionale ad anni 5 (ormai ampiamenti decorsi), per il solo capo di imputazione n. 37 - delitto di cui all’art. 110, art. 55 co. 9, dlgs n. 231 del 2007, art. 61 n. 2 cpv c.p., art. 81 c.p con esclusione dell’aggravante ex art. 4 l. n. 146 del 2006. Ebbene, ritenuto che sono ampiamente decorsi i 5 anni di sospensione della pena a lui attribuita, con conseguente estinzione del reato ai sensi e per gli effetti della legislazione vigente, è interesse del Coglitore di non restare, dopo tutti questi anni, indeterminatamente esposto ai danni ulteriori che arreca al suo onore e alla sua reputazione la reiterata pubblicazione di notizie in passato legittimamente divulgate, ma il cui interesse sociale risulta oltremodo anacronistico e non attuale, stante il totale e positivo reinserimento sociale (da ultimo assume peculiare rilevanza la circostanza che ha visto l’interessato conseguire una Laurea Magistrale in Giurisprudenza)».

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