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Pio La Torre, 33 anni fa l'omicidio. Mattarella: punto di riferimento per il Paese - Foto

PALERMO. Cerimonia a Palermo per l'anniversario del'omicidio dell'ex segretario del Pci Pio La Torre e del suo collaboratore, Rosario Di Salvo, uccisi dalla mafia il 30 aprile del 1982.

La cerimonia si è aperta con un minuto di silenzio all'ora del massacro, le 9.20, in via Vincenzo Li Muli, luogo
dell'eccidio. Presente il leader della Cgil Susanna Camusso e tanti studenti. Sulla lapide commemorativa sono stati deposti 33 fiori, uno per ogni anno trascorso da quel 30 aprile dell'82.

Oltre a Camusso, presenti il sindaco Leoluca Orlando, l'assessore regionale alla Sanità, Lucia Borsellino per la
Regione, il vicepresidente dell'Ars, Giuseppe Lupo. E ancora: Tiziana Di Salvo, figlia di Rosario, e Franco La Torre, figlio di Pio, il questore Guido Longo, Vito Lo Monaco, presidente del centro studi Pio La Torre.

«Ricordando l'impegno di Pio La Torre contro la mafia e la grande figura, punto di riferimento per il nostro Paese, esprimo l'apprezzamento per il progetto educativo antimafia con cui il Centro Studi 'Pio La Torre', da
molti anni, ne onora la memoria».

Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al Centro Pio La Torre. Riferendosi all'indagine del centro La Torre sulla percezione del fenomeno mafioso tra i giovani - «i risultati continua il presidente Mattarella nel messaggio - costituiscono preziosi spunti di riflessione tanto per la classe politica che ha il dovere di interpretare la domanda proveniente dai cittadini più giovani quanto per la scuola che con loro quotidianamente si confronta».

«L'indagine - aggiunge - mette purtroppo in evidenza segnali di sfiducia provenienti dalle nuove generazioni nei confronti del mondo della politica».  «Nel contempo le risposte fornite dagli studenti - prosegue il Capo dello Stato - evidenziano una coscienza civica consapevole, capace di cogliere il pericoloso effetto che la
corruzione può determinare nella propagazione del fenomeno mafioso. Sarebbe quindi un grave errore da parte delle istituzioni ricondurre il sentimento di sfiducia a un più generale atteggiamento di apatia e qualunquismo da parte dei nostri ragazzi che sono invece, come la ricerca conferma, attivamente impegnati nel mondo dell'associazionismo sociale e del volontariato».

Per Mattarella «la politica ha dunque davanti a sè una sfida, quella di saper conquistare la fiducia dei giovani, la stessa fiducia che i ragazzi intervistati dichiarano nei confronti dei loro insegnanti». «Rimane alla scuola - conclude Mattarella - la responsabilità di continuare a svolgere il ruolo fondamentale che ha sempre ricoperto nella crescita del senso civico delle giovani generazioni e quindi nella costruzione del futuro del nostro Paese».

«Rosario Di Salvo e Pio La Torre sono stati uccisi da uno Stato che aveva il volto mafioso», ha detto invece il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

«Quella mafia c'è ancora ma non governa più la città - ha aggiunto Orlando che ha terminato il suo intervento con un auspicio - speriamo che l'elezione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella trasformi la lotta alla mafia in storia e lotta nazionale del nostro Paese».

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