PALERMO. Era stato convocato in un ristorante minigolf di Ficarazzi con una scusa. Qui sarebbe stato strangolato e sciolto nell'acido in una fabbrica di marmi a Bagheria. Il giallo sulla sparizione con il metodo della lupara bianca dell'imprenditore Andrea Cottone avvenuta a Villabate, nel 2002, era stato risolto dopo quasi dodici anni.
Ma secondo i carabinieri, oltre a Ignazio Fontana, di 41 anni, Onofrio Morreale, di 48, e Michele Rubino, di 54, finiti in carcere lo scorso marzo, c'era un quarto uomo: Giuseppe Comparetto, 38 anni, detenuto dal 5 giugno scorso, nell'ambito dell'operazione «Reset», poichè ritenuto il reggente della famiglia mafiosa di Ficarazzi.
I carabinieri sono riusciti a fare luce sull'omicidio grazie alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia come Mario Cusimano, Stefano Lo Verso e Sergio Flamia. Il 13 novembre 2002 l'imprenditore venne accompagnato a bordo della propria auto al ristorante minigolf di Ficarazzi, apparentemente per discutere con Onofrio Morreale su alcuni furti ai danni dello stesso Cottone. Da quel giorno si persero le sue tracce.
Secondo il racconto dei pentiti ad attendere Cottone al minigolf c'era un commando. Per Cottone non ci fu scampo. Lo stesso pomeriggio nel mare di Aspra vennero buttati in mare anche alcuni oggetti dell'imprenditore. I pentiti hanno raccontato che nel giorno dell'omicidio addosso a Cottone erano stati trovati 4000 mila euro in contanti e un assegno da 7 mila euro. Parte dei soldi vennero usati per acquistare vestiti per 2 mila euro nel negozio «Giglio In».
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