L’“@more” ai tempi di Internet. Dal concetto rarefatto e sublime di Dante, passando per l’amore romantico della fiabe o quelle cavalleresco fino ad arrrivare via via all’amore racchiuso in un catenaccio di ferro.@more, la mostra collettiva al Centro d’Arte Piana dei Colli di Villa Alliata Cardillo, curata da Emilia Valenza, in mostra fino all’8 marzo, impegna sei giovani artisti su un tema non certo inedito ma sempre attualissimo. Valentina Glorioso, Dessislava Mineva, Gianfranco Pulitano, Massimo Ricciardo, Katia Scarlata e Angela Viola, artisti giovani ed emergenti, che rispondono alla chiamata raccontando la loro idea di amore, un’idea che deve fare i conti con il sovraffollamento mediatico che ha scomposto in mille rivoli il tema dell’amore, spesso disperdendo il suo vero valore. In realtà “a mover il sole e le stelle” oggi sembrano essere leve come: il potere, il denaro, il mercato, l’arroganza arrampicatrice, le ossessioni; e poi c’è internet, l’amore “interfacciato”. Un amore negato da intermediazioni effimere, false, pericolose. Ironico il gioco del titolo della mostra che trasforma la parola amore in un indirizzo mail: _@more, @ riconduce immediatamente a internet, alla comunicazione digitale.@more è un lavoro interessante che riflette con amarezza e attenzione sul senso dei sentimenti, sul loro vero valore, nel tentativo di fare luce nell’animo umano oramai incancrenito dal rumore di fondo che distrae irrimediabilmente da se stessi. Le opere degli artisti variano per forme e supporti: sono immagini fotografiche per Valentina Glorioso che si concentra sul concetto di relazione col proprio corpo; Dessislava Mineva analizza l’amore come sentimento di auto-identificazione dell’uomo inondando di indaco l’immagine come per anestetizzare il sentimento; è un’installazione per Gianfranco Pulitano, una grande scritta con la parola @more formata da 73 bigliettini. Ancora immagini per Massimo Ricciardo, che nasconde i volti delle coppie con pezzetti di oggetti scartati e corrosi dall’azione levigante del mare. L’opera di Angela viola è invece un racconto autobiografico, dove al messaggio, non più verbale ma breve e veloce come quello di un sms, è affidata l’ansia e il tormento della relazione identificata in un filo rosso che sigilla un cuore con un ricamo sinistro.Infine disegni per Katia Scarlata che presentano figure femminili alterate, deformate, smembrate su sfondi riccamente decorati, un video accompagna l’opera come un suggeritore che commenta le immagini (servizio a cura di Agata Polizzi).
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