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Elezioni Palermo, Lorefice chiede impegni veri per poveri, periferie e cimiteri

«Caro Ciro, Roberto, Franco, Rita, Fabrizio, Francesca. Vi chiamo per nome perché ci sono momenti della vita, come questo, in cui ci sente chiamare per nome. Non si può fare il sindaco di nessuna città se non si ha un sogno dentro». Con queste parole l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, ha dato inizio all’incontro all’istituto Don Bosco Ranchibile, da lui fortemente voluto, con i sei candidati a sindaco della città, in vista delle elezioni amministrative del prossimo 12 giugno.

Hanno tutti accettato l’invito e Rita Barbera, Francesca Donato, Fabrizio Ferrandelli, Roberto Lagalla, Ciro Lomonte, Franco Miceli, non poco emozionati, hanno risposto alle domande di monsignor Lorefice sui progetti e i programmi per l’amministrazione della città.

Al primo posto l’attenzione per le periferie, i giovani e le fasce più deboli. Lorefice ha visitato i quartieri della città e ha raccolto i bisogni della gente, sa cosa le famiglie chiedono al futuro sindaco.
«Mi faccio portavoce di quel che ho visto e toccato con mano - dice l’arcivescovo -. Ho conosciuto l’angoscia delle famiglie monoreddito, dei lavoratori precari e in nero che si sono ritrovati da un giorno all’altro senza tutele, liberi professionisti, artigiani, tante famiglie con tante difficoltà. Ho accolto il grido dei senzacasa. Ho visto l’impatto della pandemia, dopo due anni, sugli anziani e i disabili, i bambini e le adolescenti. Mancano spazi di bellezza e di aggregazione. Ho percorso strade dissestate. Ho visitato i cimiteri dove i nostri morti non possono avere degna sepoltura, i nostri monumenti deturpati. Ho ascoltato il grido di tanti giovani che vorrebbero rimanere e lavorare a Palermo».

Tra le domande poste ai sei candidati, quella su come riqualificare le periferie. «Il decentramento è fondamentale - risponde Franco Miceli - bisogna portare il governo più vicino alle esigenze del cittadino. Penso ad una città policentrica con la partecipazione dei cittadini. Nelle periferie devono arrivare servizi e condizioni di decoro e civiltà che attualmente non ci sono».
Per Roberto Lagalla bisogna puntare sul potenziamento della scuola. «Se non supereremo la povertà educativa non potremo sconfiggere né la cultura mafiosa né il bisogno - dice Lagalla -. Le circoscrizioni costituiscono il punto di maggiore prossimità tra il bisogno del cittadino e il provvedimento dell’amministrazione comunale».

«Dobbiamo servire i palermitani non servirci dei palermitani - dice Ciro Lo Monte -. La città è stata disegnata male con i piani regolatori passati. Bisogna ridisegnare tutto quanto, fare un nuovo piano regolatore».

Francesca Donato vorrebbe vedere le nostre periferie come quelle delle altre città europee. «Ho visto periferie in altre città dove gli abitanti non si sentono alienati - dice la Donato -. Servono mezzi pubblici efficienti per coprire i percorsi. Non deve esserci una delega costante, deve esserci la presenza anche delle istituzioni centrali della città e della Regione».

Anche Fabrizio Ferrandelli parla dei 120 mila abitanti del quadrilatero della città. «Palermo è la prima città in Italia per povertà educativa e dispersione scolastica - dice Ferrandelli -. Un cittadino che sta al Capo non può avere un punto di riferimento nella sede di via Lincoln. Le scuole devono diventare presidi del territorio. Dobbiamo tenerle aperte il pomeriggio per attività educative, ricreative, teatrali attraverso le associazioni e i percettori del reddito di cittadinanza».

Rita Barbera parla della solitudine di chi vive nelle periferie. «Sono relegati nel loro territorio - dice Barbera – non hanno capacità di relazionarsi, di conoscere l’altra parte di mondo. Si sentono abbandonati. Vi sono asili che non hanno mai avuto una maestra o un bambino dentro e poi sono stati abbandonati. I bambini spacciano perché in quel rione si campa con la droga».

Durante il confronto su altri temi come il lavoro e il futuro dei giovani e la gestione dei cimiteri, hanno fatto irruzione due attivisti di Animal Rebellion per parlare dell’emergenza climatica e sono stati ascoltati. L’augurio finale di Corrado Lorefice è lo stesso per tutti i candidati: «Che i cittadini siano contagiati dal vostro sogno di Palermo. Vi auguro che la vostra sedia a Palazzo delle Aquile sia rotta perché non deve essere quella la vostra sede ma dovete andare in giro per la città. Ogni vostra scelta deve essere fatta guardando lo sguardo dei bambini. Mi auguro che i vostri programmi di governo diventino prospettive e soluzioni concrete ai mali della città».

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