Uno scenario di soluzioni realizzate in soli 16 mesi che potranno proiettare nel futuro la Sicilia. La spinta arriva dall’Università degli studi di Palermo, che questa mattina (16 gennaio) ha presentato all’Ars una serie di progetti di matrice digitale. L’incontro tra università e politica "Innovazione digitale: dall’Università ai territori", di cui il gruppo Giornale di Sicilia è media partner, ha permesso ad esigenze e soluzioni innovative di incontrarsi.
Tantissimi gli ambiti toccati dai progetti, «già tutti funzionanti» come ha voluto sottolineare il rettore Massimo Midiri, che possono trovare applicazioni concrete e immediate nei più ampi contesti delle Smart Cities, della formazione, della valorizzazione del territorio e dello stimolo alla imprenditoria.
Fra gli altri: videosorveglianza intelligente, gestione documentale evoluta e gestione dei processi e applicazioni per il miglioramento dei servizi per la pubblica amministrazione, virtualizzazione delle postazioni di lavoro e supporto al lavoro agile, supporto al marketing territoriale, infrastrutture computazionali avanzate, gestione degli asset e applicazioni per la valorizzazione dei beni culturali, assistente virtuale intelligente e applicazioni dell’intelligenza artificiale per i servizi al cittadino, applicazioni delle tecnologie 5G per la didattica e per la pubblica amministrazione e soluzioni per la didattica innovativa.
«Si tratta di 9 progetti - spiega Midiri - per un totale di 23 milioni di euro: per la prima volta l’ateneo di Palermo si pone al vertice per proporre alla società e agli enti soluzioni nuove e innovative. Su tutti faccio riferimento al tema della lentezza della burocrazia o alla sicurezza che in città è un tema purtroppo emergente. Abbiamo telecamere intelligenti che seguono e segnalano alla control room, che abbiamo già creato all’interno del nostro sistema di ateneo, qualunque anomalia. E poi - continua il rettore - abbiamo un sistema elettronico di tracciamento: un braccialetto, per intenderci come fosse uno smartwatch che in caso di emergenza mette in collegamento il soggetto con una centrale di polizia».
Soluzioni che potrebbero dare risposte ad una città che per il momento «non vive gli anni migliori della sua storia - sottolinea Midiri - che noi mettiamo disposizione». Il progetto di videosorveglianza è un investimento da circa 2 milioni e vanta 494 telecamere già installate in 5 aree e 11 zone per un totale di 600 inquadrature.
Il rettore si è poi lasciato andare a un commento sulla intelligenza artificiale e le prospettive lavorative che sembrano ridursi sempre di più in favore di un uso sempre più smodato della tecnologia: «Noi dobbiamo immaginare nuovamente la formazione del personale in relazione a uno strumento che facilita. Dobbiamo lavorare insieme e questo manterrà i livelli occupazionali. La Ai va gestita ed è un qualcosa che cambierà la nostra vita nei prossimi vent’anni».
E di futuro ha parlato il vice presidente dell’Ars, Nuccio Di Paola: «Bisogna tracciare le linee dello sviluppo tecnologico e digitale intuendone le potenzialità - dice - con il lavoro svolto, l’università di Palermo si pone all’avanguardia tra gli enti formativi nazionali, e questo deve essere motivo di vanto ed orgoglio. E va affrontato anche il tema della cyber sicurezza, l’utilizzo delle infrastrutture digitali e tecnologiche per compiere ogni azione della nostra vita quotidiana obbliga a sforzi indebiti mai visti per garantire tutale delle comunicazioni, transazioni e della privacy».
nel video le interviste a Massimo Midiri, rettore dell'Università di Palermo; Nuccio Di Paola, vice presidente dell'Ars
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