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Il «San Pietro» del Palazzo delle Poste di Palermo: 38 anni di servizio e una Stella al Merito del Lavoro

Per molti colleghi è il «San Pietro» del Palazzo di via Roma. In servizio in Poste Italiane dall’1 gennaio 1987, e applicato da subito nella sede storica gioiello futurista di Palermo, Salvatore Lo Bosco è tra i prossimi insigniti «Maestro del lavoro». Il dipendente aziendale ha da anni l’incarico tecnico di Specialista infrastrutture e sicurezza per le sedi del capoluogo e dal proprio ufficio all’interno dell’imponente edificio storico custodisce le chiavi d’accesso alle sale, anche quelle ormai «segrete» perché in disuso, come quelle della vecchia posta pneumatica.

«In quella stanza conservo gelosamente i miei primi ricordi – racconta Salvatore, entrato in azienda con un concorso per operaio specializzato –. Inizialmente mi occupavo di manutenere quel marchingegno di cui avevo solo sentito parlare». Quel marchingegno era appunto l’impianto che attraverso dei tubolari «sparava» i telegrammi dal V piano direttamente all’ufficio postale al pian terreno, terminando il loro viaggio direttamente nelle sacche dei portalettere. Grazie ad un meccanismo a stantuffo e aria compressa.

Testimone di cambiamenti epocali nel settore e delle evoluzioni tecnologiche, in Poste Italiane alla fine degli anni ‘80 si occupò insieme alla sua squadra anche della manutenzione delle apparecchiature elettroniche in uso all’epoca, tra cui la telescrivente. Un dispositivo elettromeccanico, evoluzione del telegrafo e per certi versi antesignano delle future reti di calcolatori, usato in passato per trasmettere messaggi di testo attraverso la rete telegrafica.

Fino al ’90 poi era in uso ancora anche il casellario americano, che fu progettato proprio per ricalcare il modello delle caselle postali utilizzate all’epoca in America. Le cassette postali venivano in gergo «caricate» con la corrispondenza destinata al fermo posta, invece che al domicilio. La sala era presidiata da un custode, e poteva accedervi solo chi aveva la chiave.

«Immaginare all’epoca che saremmo arrivati a mandare la corrispondenza per pec, era un’utopia ‘futurista’» ammette Salvatore che, in 38 anni di onorato servizio, si è «preso cura» – e continua a farlo – del patrimonio immobiliare degli uffici postali di Palermo, con particolare attenzione verso il «suo» prezioso Palazzo. Per il suo impegno, oggi, primo maggio viene insignito, insieme ad altri 17 colleghi siciliani, dell’onorificenza «Stelle al Merito del Lavoro», assegnata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Negli anni Salvatore è stato tra i punti fermi della sede cittadina di via Roma. Lungo la sua storia lavorativa ha conosciuto 4 direttori provinciali, il primo dei quali «alloggiava» nelle stanze del Palazzo quando ancora l’azienda era pubblica. E ha visto avvicendarsi oltre 10 direttori di filiale, da quando l’azienda è diventata privata.

«Di questo palazzo mi illudo di conoscere ogni anfratto ma ancora oggi faccio scoperte nuove – aggiunge con al seguito un grosso mazzo di chiavi –. E ancora mi emoziono quando scendo la scala elicoidale. Lo sai che sotto le colonne c’è un rifugio anti-bomba? E che le cancellate salgono e scendono con il vecchio sistema del 1934?», precisa con un entusiasmo pari ai primi passi mossi anni fa lungo quei corridoi.

Salvatore, padre di due figli, ha assistito e attraversato anche le fasi di transizione di Poste, che è passata sotto le dipendenze di tre diversi ministeri, prima azienda autonoma, poi diventata ente pubblico economico fino al 1998, e infine Spa. «Questo premio mi onora e onora questa grande azienda – afferma il dipendente –, che ha «attraversato» il tempo insieme a noi, permettendoci di tenere lo sguardo sul futuro e i passi ben saldi nel passato».

In attesa del conferimento formale a cura della Prefettura, che avverrà a Palermo, oggi primo maggio, per meriti «di perizia, laboriosità e buona condotta morale», Salvatore e i suoi 17 colleghi hanno ricevuto un attestato di stima e riconoscimento dall’azienda.

Le «Stelle al Merito del Lavoro» sono concesse ogni anno alle lavoratrici e ai lavoratori di aziende pubbliche e private, con età minima di 50 anni e anzianità lavorativa continuativa di almeno 25. Il 50% è riservato a coloro che hanno iniziato la loro attività dai livelli contrattuali più bassi e si sono distinti per il loro contributo umano e professionale.

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