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Palermo, un dialogo tra passato e futuro: l'alzheimer... non è più solo

L’iniziativa tra la scuola elementare Giuseppe Verdi e il centro diurno A casa di Nina

C’è un filo invisibile che lega i ricordi di ieri ai sogni di domani, un ponte che unisce cuori e generazioni. Si chiama Narra… t’ascolto ed è il progetto che metterà in connessione due mondi solo apparentemente lontani: quello dei bambini della scuola elementare Giuseppe Verdi di Palermo e quello degli anziani affetti da demenza o Alzheimer. Un dialogo tra passato e futuro che nasce dall’amore e dalla voglia di ascoltarsi.

L’iniziativa, promossa dall’Aps Lab A casa di Nina, centro diurno che sostiene, stimola, abbraccia, coinvolge e accoglie una quarantina di pazienti con patologie neurodegenerative, è resa possibile grazie al contributo del fondo Carta Etica di Unicredit. Un percorso che va oltre l’assistenza, trasformandosi in un percorso di amore, solidarietà e crescita condivisa. «Il progetto ha una durata di tre mesi e si concluderà a maggio – spiega Fabio Conigliaro, presidente del centro –. Ci sarà uno scambio di cultura tra bambini e pazienti. I nostri anziani racconteranno quello che si ricordano del loro passato e i bimbi faranno domande o condivideranno esperienze di vita quotidiana». Per chi soffre di Alzheimer o demenza, il presente è spesso vuoto, ma il passato riesce ancora a illuminare momenti di consapevolezza.

Un’esperienza formativa non solo per gli anziani, ma anche per i bambini, che oggi crescono con genitori sempre più impegnati e trovano nei nonni un punto di riferimento essenziale. Spesso, sono proprio i più piccoli ad accorgersi dei primi segnali della malattia, che avanza silenziosa e inesorabile, fin troppo spesso riconosciuta quando è ormai tardi. Tutti conoscono almeno una persona che ha un genitore, un familiare, un parente o un amico affetto da demenza, una malattia cronica dell’età avanzata, ma non esclusiva degli anziani. Fino a due anni fa, a casa di Nina venivano assistite due persone di 46 e 52 anni. Il progetto coinvolgerà tre classi di quarta elementare, con la partecipazione a rotazione di tutti gli assistiti del centro. «Nessuno resterà escluso – sottolinea Conigliaro –. Chi non potrà recarsi a scuola, contribuirà dai nostri laboratori, impegnandosi in attività di stimolazione manipolativa».

L’Alzheimer porta con sé il peso della solitudine, ma la memoria può trovare nuove forme attraverso l’arte. Il progetto si sviluppa attraverso quattro laboratori esperienziali: decorazione su tessuto, scultura, pittura e narrazione. Un percorso che permette ai bambini e agli anziani di raccontarsi, manipolare materiali, esprimere emozioni e dare forma ai ricordi. La narrazione diventa protagonista nel laboratorio di storytelling, dove il passato si intreccia con il presente, dando vita a racconti che troveranno spazio su tela, trasformandosi in opere d’arte. A conclusione, tutte le creazioni realizzate verranno esposte in una mostra aperta alla comunità. I dipinti saranno disponibili con un contributo libero e il ricavato sosterrà future iniziative sociali, garantendo che questo ponte tra generazioni continui a esistere, forte e vivo, come la memoria che resiste oltre il tempo.

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