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Palermo, folla commossa per ricordare Biagio Conte. L'arcivescovo Lorefice: «La sua voce continua a risuonare». VIDEO

Hai salutato Biagio? È la frase che circola nella chiesa della Missione Speranza e Carità di Palermo. Un saluto a Biagio Conte, un bacio e una carezza alla lapide che ricorda il missionario laico a due anni dalla sua scomparsa: è la sua comunità che si stringe a lui a due anni dalla morte.

Erano oltre 600 - e tantissimi non sono riusciti ad entrare - per la messa officiata dall’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice. «Ancora oggi la voce di Fratel Biagio continua a risuonare, nessuno la può fermare, edulcorare, strumentalizzare. Voce che deve continuare la sua corsa per scuotere e indirizzare. Biagio parla ancora di più, con il suo silenzio che è più alto di una voce», ha detto Lorefice durante l’omelia. «Tutto quello che ha fatto lo ha fatto così - ha aggiunto l'arcivescovo - Con umiltà, senza assolutizzare se stesso e le opere da lui realizzate. Conservando una grande libertà da ogni condizionamento interiore ed esteriore. Rimanendo sempre umile discepolo del suo Signore. Figlio della Chiesa segno del Regno di Dio nel mondo. Un semplice strumento. Piccolo era l’unico titolo onorifico che si attribuiva».

Al termine della celebrazione, a pochi passi dalla tomba di Fratel Biagio - a cui la gente ha continuato a rendere omaggio - Teresa Nicoletti ha interpretato l’aria sacra che ha composto, Ti seguirò, o Signore, accompagnata da Vito Mandina all’organo e da Mirko D’Anna al violino.

«A due anni dalla scomparsa, Palermo ricorda Biagio Conte. Fratel Biagio manca a questa città, mancano il suo impegno, il suo esempio e quella voce fuori dal coro, capace di porre l’accento sui falsi valori di oggi senza essere mai banale. Biagio Conte è stato un faro di speranza per i più deboli, un uomo che ha trasformato la sua vita in un esempio di carità e amore incondizionato». Lo ha detto il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, nel giorno in cui ricorre il secondo anniversario dalla morte di Biagio Conte, il missionario laico fondatore della missione di Speranza e Carità a Palermo, che tutt'oggi offre alloggio ai senza tetto e ai degenti della città.

«La sua Missione Speranza e Carità - ha proseguito - continua a essere un simbolo di ciò che possiamo realizzare quando mettiamo il prossimo al centro delle nostre azioni». «Oggi, Palermo
ricorda con affetto e gratitudine un uomo che ha dedicato ogni giorno della sua esistenza al servizio degli altri. La sua memoria ci ispira a costruire una città più solidale e inclusiva, come lui l’ha sempre sognata», ha concluso Lagalla.

Per il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, l'esempio di fratel Biagio «non deve essere solo un monito per le istituzioni, ma una guida per tutti noi. Biagio Conte ci ha insegnato che il vero progresso di una comunità si misura dalla capacità di tendere la mano a chi resta indietro. La sua vita è stata un messaggio universale di pace e speranza». «Non potrò
mai dimenticare - prosegue il presidente della Regione - le sue ultime parole, pronunciate con immensa lucidità e amore poco prima di lasciarci: presidente, mi raccomando gli ultimi. Parole che rimangono scolpite nel mio cuore e che rappresentano un invito ad agire, a non voltare mai lo sguardo di fronte alla sofferenza».

«In questo giorno di memoria - conclude Schifani - voglio ribadire l’impegno della Regione Siciliana a preservare e sostenere le opere di carità avviate da Biagio Conte, affinché nessuno si senta mai solo o abbandonato. Il suo messaggio vive in ognuno di noi e il nostro dovere è mantenerlo vivo con le nostre azioni».

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