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Il Giardino della Memoria di Palermo compie 20 anni, le celebrazioni

L'ingresso del Giardino della Memoria a Ciaculli
L'ingresso del Giardino della Memoria a Ciaculli

Il giardino della memoria di Palermo compie vent’anni: realizzato in un terreno confiscato ad un esponente del clan mafioso di Ciaculli e diventato simbolo di lotta alla mafia. Tutto questo sarà ricordato da cronisti e magistrati in occasione dell’evento «Il Giardino della Memoria 2005-2025» che si terrà venerdì 10 gennaio 2025 alle 9,30 nella sala conferenze dell’Istituto Gramsci Siciliano ai Cantieri Culturali della Zisa in via Paolo Gili 4 a Palermo.

L’appuntamento inizierà con i saluti del presidente dell’istituto Gramsci Siciliano Salvatore Nicosia. Interverranno: il magistrato Massimo Russo, il giornalista Alessandro Galimberti, il vicepresidente dell’associazione nazionale partigiani italiani Palermo Armando Sorrentino e il giornalista Giuseppe Lo Bianco. Le conclusioni sono affidate al giornalista e ideatore del Giardino della Memoria Leone Zingales. L’incontro, moderato dal giornalista Giorgio Mannino, sarà anche occasione per presentare la mostra fotografica sul Giardino della Memoria di Ciaculli curata da Leone Zingales. Con immagini concesse dai fotoreporter Lucio Ganci e Igor Petyx. Nel corso dell’incontro sarà presentato il primo trailer sul documentario dedicato al Giardino della Memoria per la regia di Giuseppe Lo Bianco.

«Il Giardino della Memoria di Palermo compie 20 anni. Il 5 gennaio del 2005, infatti, - sottolinea Zingales - con la piantumazione dei primi due alberi, dedicati a Giuseppe Fava, a Paolo Borsellino e ai cinque agenti trucidati in via D’Amelio, è stato avviato un inedito percorso sul versante della legalità e della lotta alla criminalità mafiosa che vede impegnati cronisti e magistrati in un territorio del Paese in cui la presenza dei clan è stata drammaticamente pesante. Gli alberi piantati a Ciaculli rappresentano il simbolo della speranza per un futuro migliore e senza prepotenze mafiose. Le radici di ogni arbusto contribuiranno ad alimentare la memoria dei caduti».

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