«Una sera si parlava di femminicidi, di delitti, di manie di persecuzione, di piccole bande di ragazzi; e via via che ragionavamo, mi rendevo sempre più conto che si trattava di malati. Poi un giorno ho ascoltato un ragazzo in tv, che aveva commesso un omicidio, e aveva dichiarato “io volevo uccidere per sentirmi libero”. Ecco, da qui ho capito che questa nostra società non sta bene, ha bisogno di aiuto. E io voglio darlo». Tommaso Dragotto non si erge a mecenate, anzi forse è un termine che gli sta stretto o, da imprenditore fattivo quale è, vede come anacronistico in tempi in cui si imbraccia un mitra e si spara a raffica sulla folla, in nome di un Credo, di un’idea, di un disagio.
«Volevo fare qualcosa e la mia segretaria mi segnala la Giornata della salute. Mi sono detto, organizziamola, adottiamola come un figlio, rendiamola non un spot per un giorno, ma un progetto pratico di supporto a chi ha bisogno di aiuto».
È nata così, il capitolo che Palermo dedicherà alla salute mentale collegandosi alla Giornata mondiale, giovedì 10 ottobre. Ma non si fermerà a queste 24 ore. Dalla depressione all’ansia, dal panico alle ossessioni, fino alle fobie, alle psicosi, senza tralasciare i disturbi alimentari, le dipendenze anche affettive, i problemi relazionali, quelli post traumatici e post oncologici, e non ultima, la solitudine nelle sue sfaccettature infinite: il 20 per cento degli italiani soffre di disturbi psichici, di forme e livelli differenti, con invitabili difficoltà di inclusione e di accesso alle cure adeguate; ma solo una persona su tre riceve un trattamento medico adeguato.
«Ne parleremo con medici, specialisti, artisti, psicologi, avvocati, un’intera giornata di confronto costruita con Itaca. Ma non crediate che sia un parlarsi addosso – spiega il creatore di Sicily by car, che organizza la Giornata tramite la Fondazione Tommaso Dragotto –; non volevamo contributi, ma sono arrivati anche questi. Abbiamo il compito di fare qualcosa per la salute della nostra città, le istituzioni tralasciano tutto il comparto, le case farmaceutiche non investono. Ho parlato con il sindaco che è stato subito al mio fianco, ho coinvolto il presidenti della Regione Renato Schifani e dell’Ars Gaetano Galvagno: Palermo deve organizzare questa giornata ogni anno».
Dragotto ha le idee chiare. «Voglio incontrare personaggi che nel futuro saranno al nostro fianco: con Gigi D’Alessio stiamo facendo cose bellissime per la Pediatria, saprete presto». Mecenatismo culturale. «Vorrei coinvolgere imprenditori che hanno fondi per rendere disponibili le attrezzature necessarie, non deve essere necessario andare lontano per curarsi. I bambini e gli anziani non possono difendersi: dobbiamo creare mecenatismo sociale, i pigri imprenditori di questa città devono cooperare con i medici. Non finanzieremo gli ospedali, ma creeremo con loro quello che manca, l’organizzazione interna dei reparti, la preparazione dei medici. E se questi imprenditori non collaborano, lo farò da solo, finché sarò vivo. Quindi ancora per moltissimo tempo».
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