Undici carri, flash mob e performance: la parata del Palermo pride prende forma e viene annunciata ufficialmente questa mattina (18 giugno) dalla sala Onu del Teatro Massimo. Tema di quest’anno la «violenza maschilista patriarcale», ma la settimana dedicata ai diritti della comunità Lgbtq è ormai un vero e proprio contenitore di lotte contro «ogni forma di oppressione e violenza - piega la coordinatrice Daniela Tomasino - bisogna scendere in piazza per il pianeta, la Palestina, l’Ucraina e i diritti delle donne: oggi abortire sta diventando impossibile così come è una utopia il lavoro. Noi cerchiamo di raccogliere istanze e lotte perché i meccanismi di oppressione sono sempre uguali e se un diritto è un diritto per pochi allora siamo difronte ad un privilegio».
L’appuntamento è sabato 22 alle 15 in via Roma: da li avrà inizio la sfilata per le strade del centro cittadino, che si snoderà tra la via Ruggero Settimo e la via Dante fino ad arrivare ai Cantieri culturali della Zisa, dove come ogni anno proseguirà la festa e gli incontri. Madrina dell’evento l’attrice siciliana Simona Malato. La scelta della tematica non può che riportare alla mente l’episodio dello stupro di gruppo all’interno del cantiere del Foro Italico, «una cosa terribile ed è stato terribile due volte - spiega Tomasino - ciò che ha fatto impressione è la reazione: è molto facile dire ‘’tu sei il mostro’’, fare così vuol dire auto assolversi, è facile accusare qualcuno di essere un mostro. La violenza è sistemica e si trova non solo negli spazi che attraversiamo ma anche all’interno delle nostre famiglie».
Ci si avvicina dunque a grandi passi verso la giornata clou, che come anno viene però preceduta da «dibattiti, incontri, proiezioni stand up Comedy e laboratori per l’infanzia, che costellano dunque il calendario degli eventi off di questo Pride. Che, al contrario dell’anno scorso, sembra arrivare al sabato senza polemiche interne: «Mai dire mai - scherza il sindaco Roberto Lagalla - è pacifico l’orientamento dell’amminisitrazione rispetto alla tutela dei diritti e al riconoscimento delle identità, nel passato così come nel presente. È chiaro che vengono meno le pregiudiziali politiche e di parte: il Pride è una festa che la città deve saper accogliere e ascoltare, che ospita da sempre e quindi non vedo difficoltà rispetto a questo tema».
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