La sua Africa è ora realtà. A trent’anni la palermitana Maria Antonietta Catania ha realizzato il sogno della sua vita. Che non è solo la laurea in Medicina e chirurgia (è specializzanda all’ultimo anno di Pediatria e neonatologia). Per Maria Antonietta il sogno era quello di poter aiutare i poveri, i bisognosi. Ecco perché ieri è partita per Wolisso, nella regione centrale dell’Oromia, in Etiopia, dove il Cuamm (Collegio universitario aspiranti medici missionari) è presente accanto al personale locale da molti anni ormai. A sud della capitale Addis Abeba, grazie al progetto Jpo (Junior project officer) di Medici con l’Africa Cuamm, Catania trascorrerà sei mesi all’ospedale di Wolisso che ha duecento posti letto e che, solo nell’ultimo anno, ha effettuato oltre sessantunomila visite ambulatoriali, diecimila ricoveri, tremilacinquecentosettantasei parti ed è riferimento per un bacino di utenza di circa un milione di persone.
Nata nel 1950, Medici con l’Africa Cuamm è la prima Ong in campo sanitario riconosciuta in Italia e la più grande organizzazione italiana per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane, non opera in teatri di guerra, fornisce servizi accessibili a tutti con oltre tremilaquattrocento operatori sul campo di cui duecentoquarantasette italiani. «Ho sempre voluto fare un’esperienza in Africa già da prima dell’iscrizione alla facoltà di Medicina - racconta la specializzanda -, Sono emozionata ed entusiasta anche se già so che non sarà facile confrontarsi con un contesto molto diverso dal mio sia dal punto di vista umano che professionale». Insomma, invece che al piccolo chirurgo, Maria Antonietta giocava alla piccola pediatra e ribadisce, ancora una volta, che il suo sogno «era quello di diventare il medico dei bambini e poter utilizzare le mie conoscenze per curarli». E, fra i tanti sogni di ragazza e studentessa di Medicina, c’era anche quello della cooperazione internazionale «oltre che poter fare esperienza in Paesi con risorse limitate, in un contesto sanitario molto diverso da quello ad alte risorse cui sono abituata qui, a Palermo».
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