Si chiama «nomofobia» ed è la paura sproporzionata di rimanere fuori dal contatto con la rete mobile. Di questo si è parlato al convegno organizzato alla real fonderia Oretea di Palermo dal Movimento cristiano lavoratori e l’osservatorio famiglie della Regione Siciliana. Un dibattito che ha coinvolto tutte le parti in causa, istituzioni, scuola, associazioni e famiglie, per trovare in sinergia soluzioni che possano contenere un fenomeno, l’uso eccessivo degli smartphone e degli altri dispositivi digitali, che allontana i giovani dalle relazioni sociali e dal mondo reale. «Vediamo che la famiglia, la prima cellula della società è sotto attacco – dice Gianfranco Amato, direttore del comitato tecnico scientifico Osservatorio Famiglie Regione Siciliana – dalla dipendenza degli smartphone e in generale dalle nuove tecnologie che sta incidendo profondamente nei rapporti interpersonali. Molto spesso vediamo anche in locali pubblici, famiglie che stanno in silenzio con lo sguardo rivolto ciascuno al proprio schermo e non parlano più. Stessa cosa fanno all’interno della famiglia. Bisogna avere consapevolezza di questo problema. Fino a 21 anni il cervello non è completamente sviluppato quindi non c’è ancora una maturità che consente un autocontrollo».
L’assessore regionale alla Famiglia, Nuccia Albano, parla anche in qualità di genitore e nonna di ragazzini adolescenti. «Per me il problema è quotidiano – dice l’assessore -. Anche se non è stata catalogata come una malattia ufficiale, possiamo sicuramente affermare che si tratta di una dipendenza a cui dobbiamo mettere fine. Il primo onere è della famiglia, anche la scuola deve fare la sua parte. Potremmo adottare alcuni provvedimenti che altri stati europei hanno già messo in atto, come quello di vietare i cellulari in classe. In alcune scuole private di Palermo questo già si fa. I ragazzi starebbero sei ore lontani da questi strumenti. I giovani devono trovare un giusto compromesso tra l’utilità e l’abuso».
L’assessore si dice disponibile ad accettare tutti i contributi offerti dai cittadini. Giuseppe Gennuso, presidente del Movimento cristiano lavoratori Palermo spiega che l’obiettivo è quello di creare incontri mensili su diverse tematiche per creare confronto e collaborazioni. «Solo lavorando insieme possiamo giungere a soluzioni concrete – dice Gennuso – per un vero cambiamento». Al convegno erano presenti anche rappresentanti del mondo della scuola come Palmina Maretta, insegnante all’istituto comprensivo Manzoni di Alessandria La Rocca in provincia di Agrigento. «I bambini, anche quelli più piccoli, della scuola primaria, fanno un utilizzo eccessivo degli smartphone – dice la maestra -. Ci deve essere una presa di coscienza da parte di noi educatori e dei genitori e si deve lavorare in sinergia. Servono norme chiare per regolare l’uso dei questi strumenti che da un lato sono straordinari ma a volte possono diventare grandi pericoli».
Nel video Gianfranco Amato, direttore del comitato tecnico scientifico Osservatorio Famiglie Regione Siciliana,
Nuccia Albano, assessore regionale alla Famiglia, Giuseppe Gennuso, presidente Movimento cristiano lavoratori Palermo,
Palmina Maretta, insegnante
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