Lucia continuerà a vivere non solo nei ricordi di chi l’ha amata profondamente, la sua famiglia e i suoi amici, ma anche attraverso le attività dell’associazione di promozione sociale che porta il suo nome, “La casa di Lucia”, presentata oggi (26 gennaio) ai Cantieri culturali alla Zisa, a Palermo.
Dal dolore per la scomparsa prematura di Lucia Pepe, lo scorso settembre per un male incurabile, nasce l’idea di mamma Giuseppina e papà Nuccio, di portare avanti l’energia e la dedizione che Lucia metteva ogni giorno nel suo lavoro di operatrice e mediatrice culturale con i ragazzi migranti. Nasce così l’associazione che si occuperà di progetti a favore delle persone migranti e dei minori non accompagnati, con lo stesso entusiasmo e il senso di accoglienza che nella sua breve vita, Lucia ha insegnato a tutti.
«La casa di Lucia è un’associazione che nasce dall’idea di proseguire le attività che faceva Lucia, morta per le conseguenze di una brutta patologia tumorale - spiega Nuccio Pepe, primario dell’hospice del Civico di Palermo e padre di Lucia - era molto impegnata nel sociale per la promozione di attività di incoraggiamento all’accoglienza. Si occupava di migranti, lavorava anche con l’Asp e vedeva nel prossimo qualcuno a cui stare accanto. L’idea di costituire l’associazione è nata dagli amici, dopo aver riscontrato che ha lasciato tanto in giro per il mondo. Abbiamo avuto manifestazioni dall’India, dalla Spagna, dalla Germania, delle sue attività».
La fotografa, amica di Lucia, Viviana Corvaia, ha disegnato un logo che contraddistinguerà i progetti e le attività dell’associazione. «Lucia soffia su un soffione – spiega -. Il cerchio, che prende la forma del profilo di Lucia, ricalcato da una sua fotografia, è il simbolo della continuità della vita che va avanti, in cui c’è sempre lei che ci tiene per mano».
Viviana ricorda il progetto condiviso con l'amica per due mesi in India, occupandosi di cooperazione internazionale e diritti umani e bambini. «Lei era una persona estremamente sensibile, genuina – racconta l’amica – attratta dagli altri in modo positivo e costruttivo. Questo è un insegnamento che sicuramente mi porterò dentro per tutta la vita».
Mamma Giuseppina condivide i suoi ricordi e spiega alle tante persone presenti la straordinarietà di Lucia: «Amava la sua città e il suo lavoro. Il suo sogno era continuare a lavorare nel settore dell’accoglienza dei migranti - dice la mamma -. Non si risparmiava mai ed era felice quando riusciva ad aiutare chi aveva bisogno che, come lei diceva sempre, non avevano avuto la fortuna di nascere in Europa. Rispettava l’essere umano nella sua interezza, di qualsiasi colore o etnia fosse. Amava viaggiare e conoscere altri popoli e altre culture. Era instancabile e diceva sempre che dormire era solo una perdita di tempo. Amava Guglielmo, prima come amico e poi come compagno di vita. Amava suo fratello Davide, complici e sostegno l’uno per l’altro. Lucia era molto attaccata alla vita. Se ne è andata, circondata da tanto amore. Speriamo e confidiamo che in questa tua nuova dimensione, tu possa essere felice, viaggiando e esplorando nuove cose. Ciao Lucia».
nel video le interviste a Nuccio Pepe e Viviana Corvaia
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