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Palermo ricorda Biagio e Giuditta a 38 anni dalla morte, travolti da un'auto di scorta davanti al liceo Meli

L'evento di commemorazione è stato organizzato da Mari Albanese, con il Centro Studi Paolo e Rita Borsellino

Una giornata di impegno civile e sociale, quella di oggi, partendo dal ricordo dei due giovani studenti del liceo Meli di Palermo, Biagio Siciliano e Giuditta Milella, che persero la vita quel tragico 25 novembre di 38 anni fa, in un incidente che vide coinvolta un’auto della scorta dei giudici Guarnotta e Borsellino alla fermata di piazza Croci, angolo via Libertà, a Palermo.

Due vittime innocenti e collaterali della violenza mafiosa rimasti coinvolti in un clima di guerra in quel periodo, era il 1985, indotto dalle strategie stragiste di Cosa nostra. Una tragedia con 23 feriti, quella in cui Biagio e Giuditta ebbero la peggio.

Trentotto anni dopo la tragedia e a dieci mesi dall’arresto del superlatitante Matteo Messina Denaro, quella di Biagio e Giuditta è una storia che l’attivista, scrittrice, insegnante e presidente della commissione Cultura dell’ottava circoscrizione del Comune di Palermo, Mari Albanese, ha voluto tirare fuori per una giornata di antimafia sociale che ha coinvolto giovani e istituzioni.

Una commemorazione giunta al secondo anno per un evento organizzato da Albanese, con il Centro Studi «Paolo e Rita Borsellino» e l’Agius, con il patrocinio gratuito dell’ottava circoscrizione e di Quarto Tempo, che ha visto due momenti significativi: davanti alla lapide per Biagio e Giuditta, sul luogo dell’incidente, in via Libertà, e nell’aula Crescente della Procura di Palermo, per un convegno-dibattito sullo stato della mafia e dell’antimafia oggi.

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