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Fiorello scherza sul caro voli in Sicilia: «Costa meno prendere l'aereo privato di Briatore»

Il comico ha parlato del problema nel corso della sua trasmissione su Rai Due, prendendosela anche con l'algoritmo che decide i prezzi

Fiorello e Fabrizio Biggio

Anche Fiorello contro il caro voli in Sicilia. Durante una puntata di Viva Rai2!, il conduttore Fiorello ha detto la sua sul problema,  tornato attuale come ogni anno con l’avvicinarsi delle festività natalizie.

Dopo aver passato in rassegna le notizie del giorno, Fiorello si è soffermato su quelle inerenti l’aumento spropositato dei prezzi dei biglietti aerei da e per la Sicilia, che nel periodo delle vacanze di Natale subiscono sensibili variazioni, in particolar modo per le isole, con prezzi che possono raggiungere anche i 500 euro a tratta.

«Mi hanno detto che più c’è richiesta, più l’algoritmo alza il prezzo - ha detto Fiorello -. Algoritmo, sei una testa di min**ia!». «Lo sfogo, si fa per dire,  del conduttore siciliano non è però finito qui. Proseguendo con la sua ironica invettiva contro il caro voli, Fiorello ha tirato in ballo anche il noto imprenditore piemontese Flavio Briatore.

«Noi, poveri siciliani, adesso siamo costretti a prendere gli aerei privati. Alla fine, se un biglietto costa 500 euro e 8 siciliani si mettono insieme e prendono un volo privato da 8, per 4mila euro, conviene! ha detto Fiorello -. C’è la Briatore Airlines, lui lo affitta e tra l’altro lo guida il figlio – ha continuato Fiorello – E poi c’è lui, Briatore, che passa con il carrellino e dice caviale o aragosta? Otto siciliani per 500 euro a testa, ce la si fa!».

E intanto le polemiche continuano. Con l’approssimarsi delle festività natalizie è tornato puntualmente il caro voli per spostarsi su e dalle Isole maggiori. Le tariffe e i costi aggiuntivi più o meno trasparenti stanno nuovamente limitando il diritto alla mobilità dei cittadini italiani e dei turisti stranieri, con difficoltà per le agenzie di viaggio che lavorano sulle tratte nazionali o sull’incoming che poi prevede spostamenti interni all’Italia». Lo denuncia Franco Gattinoni, presidente della Federazione turismo organizzato di Confcommercio.

«Non è accettabile che andare in Sicilia o in Sardegna costi più che volare su New York. L’Antitrust ha già aperto un’istruttoria sul mercato che riguarda la Sicilia e noi abbiamo dato il nostro contributo in termini di dati e informazioni - aggiunge Gattinoni -. Ma è chiaro che a fronte di un mercato tutt’altro che sano e competitivo servono soluzioni di sistema e un ridisegno strategico complessivo del settore dei voli, cui siamo pronti a dare il nostro apporto nell’ambito del tavolo istituzionale ad hoc, del quale sollecitiamo a questo punto una convocazione».

«Le misure governative del decreto Asset non possono risolvere tutti i problemi - conclude il presidente Fto -. Ma è necessario che i vettori rispettino il lavoro di tutti gli operatori della filiera, a cominciare da agenzie di viaggio e tour operator, e che osservino tutte le tutele previste per il viaggiatore dal Regolamento 261 del 2004».

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