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Palermo, un poliambulatorio a Brancaccio: progetto nel nome di don Pino

Presentato alla Camera dei deputati il centro sanitario gratuito per gli abitanti del quartiere. Portare la salute tra la gente era il sogno del prete ucciso

Si è tenuta a Roma, alla Camera dei deputati, la presentazione del progetto del nuovo poliambulatorio di prossimità padre Pino Puglisi del quartiere Brancaccio, in occasione del trentennale del martirio di Beato Pino Puglisi, prima vittima di mafia riconosciuta come martire della Chiesa che, già negli anni ‘90, aveva saputo intercettare la necessità di attivare un centro di servizi che andasse incontro alle persone lasciate ai margini della società.

«Il primo dovere a Brancaccio è rimboccarsi le maniche». Così amava ripetere Padre Pino Puglisi, prete simbolo della lotta alla mafia e all’emarginazione in uno dei quartieri più difficili e fondatore del centro Padre Nostro, che ancora oggi opera attraverso progetti di aiuto e accoglienza rivolti alla popolazione. Il nuovo poliambulatorio di prossimità sorgerà proprio accanto al centro, in via San Ciro, nel cuore del Brancaccio.

Alla presentazione sono intervenuti Paolo Trancassini, questore della camera dei deputati, Maurizio Artale, presidente del centro di accoglienza Padre Nostro, Massimo Salardino, ad di Maria Eleonora Hospital che fa parte di Gvm Care & Research, gruppo ospedaliero italiano che sostiene la realizzazione dell’opera, e Christian Rocchi, cofondatore dello studio Chvl che ha firmato il progetto architettonico.

Il poliambulatorio di prossimità padre Pino Puglisi sorgerà all’interno di un immobile confiscato alla mafia, e la sua costruzione è resa possibile grazie al contributo di Gvm Care & Research, presente al Maria Eleonora Hospital, ospedale di alta specialità accreditato con il Ssn e specializzato nella cura del cuore.

Nella foto il rendering del progetto

Un servizio completo nell'edizione di Palermo del Giornale di Sicilia in edicola oggi

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