«Non parlavamo mai della morte, ma sapevamo che era nell’aria. Don Pino ci è andato incontro a testa alta, per difendere noi, la sua gente». È il ricordo che Giuseppe Martinez, membro del comitato intercondominiale quartiere Brancaccio, conserva di padre Pino Puglisi, a 30 anni dal suo assassinio. La memoria del sacerdote martire sarà celebrata tra oggi e domani con una serie di iniziative, a partire dalla fiaccolata di stasera. Ma intanto, a ricordarlo, anche uno di coloro che gli furono più vicini: «Avevamo formato il comitato da poco - continua Pino Martinez - quando al quartiere fu assegnato il nuovo parroco. Andammo subito da lui, a chiedergli di collaborare per sopperire alle difficoltà del rione e farci ascoltare dall’amministrazione. Da poco a Brancaccio erano stati trasferiti diversi cittadini del centro storico, quasi tutte famiglie mafiose o vicine a questi ambienti. Era questo il contesto in cui dovevamo operare. Ma lui non esitò e scelse di darci una mano. Firmò per noi documenti, richieste per la realizzazione di strutture primarie come la scuola media, presidi socio-sanitari, spazi liberi per bambini. Due mesi prima della sua morte, io e altri componenti del comitato avevamo subito una intimidazione, le porte delle nostre case furono bruciate per ordine della famiglia Graviano». Un episodio inquietante, il preludio di un delitto preceduto anche da un’aggressione fisica a don Pino.
Stasera alle 21 la fiaccolata partirà dalla piazzetta intitolata al parroco di San Gaetano, nel luogo in cui venne assassinato, la sera del 15 settembre 1993: a guidarla, l’arcivescovo Corrado Lorefice. L’itinerario si snoderà fino alla chiesa e raggiungerà via Fichidindia sino al terreno del costruendo complesso parrocchiale dedicato al Beato Puglisi. «Sono felice che si mantenga vivo il suo ricordo con queste manifestazioni - aggiunge Martinez -. Ma c’è un sogno spezzato di don Pino: la realizzazione della chiesa di via Fichidindia. Ci sono i soldi dell’8 per mille, più di 4 milioni di euro; sono partiti i lavori, poi tutto si è fermato per un escavatore danneggiato. Sono certo si sia trattato di una intimidazione, altrimenti perché dal 2015 a ora non è stata aggiunta neppure una pietra? Sarebbe il modo migliore per onorare la sua memoria».
Domani alle 18 ci sarà la solenne celebrazione eucaristica alla cattedrale; alle 21 verrà presentata sul sagrato una nuova edizione de Il Discepolo di Lia Cerrito, testo molto amato da don Puglisi e utilizzato spesso durante i campi come spunto di meditazione. Lo spettacolo offrirà spunti di riflessione sui principali tratti spirituali del Beato, rappresentato, nella narrazione, dalla figura del discepolo: la fedeltà alla chiamata di Gesù, l’umiltà, l’amore e la gioia dell’annuncio, il grande stupore per la bellezza del dono della vita. «Non si sarebbe arreso - conclude Martinez - per questo l’hanno ucciso».
Programmazione speciale di Tgs
Oggi Tgs dedicherà la programmazione pomeridiana al sacerdote, oggi beato. Alle 16.25 il film L’ultimo sorriso e, alle 17.30, in diretta lo speciale Padre Pino Puglisi, la sfida di un sorriso. Nel corso del programma, condotto da Giovanni Villino, sarà trasmessa la messa in Cattedrale, officiata dal cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei. In studio padre Cosimo Scordato, suor Anna Alonzo e don Franco Romano. Al termine l’omaggio di Ficarra e Picone e, dopo il tg delle 20.20, sarà riproposto il film.
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