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Da Foggia un «grazie» per il padre salvato dall'infarto all'ospedale Ingrassia: «...e forza Palermo»

Lettera aperta del figlio di un uomo che durante una vacanza si è sentito male. «Lui porterà letteralmente nel cuore un pezzo della città, lo "stent cardiaco". Tutti noi, invece, porteremo sempre nel cuore l'umanità e la professionalità dei medici che lo hanno curato»

L'équipe dell'ospedale Ingrassia con il paziente foggiano

«A Foggia come a Palermo ci sono storie tristi che vorremmo tutti dimenticare, altre invece che dovremmo raccontare con orgoglio e voce più alta». Con queste parole inizia la lettera aperta inviata ai palermitani da Giovanni Buononato, figlio di un uomo che durante una vacanza in Sicilia ha rischiato di morire per un infarto ed è stato salvato dai medici di Palermo.

«Lo scorso martedì notte a Terrasini, mentre era in vacanza, mio padre è stato colto da un violento malore, rivelatosi poi un brutto infarto», racconta Buononato. «Gli amici e parenti presenti, sotto shock, hanno chiesto aiuto. Il primo soccorso - prosegue - giunto in ambulanza da Partinico si è subito reso conto della gravità e ha allertato l’ospedale Ingrassia di Palermo. Lo hanno trasportato direttamente in sala operatoria, dove una squadra di medici ed infermieri era già schierata e pronta per l’intervento. Nel giro di alcune ore, lunghe un’eternità, l’operazione si è conclusa».

Da qui l’esigenza di scrivere una lettera di ringraziamento, nella quale Giovanni Buononato racconta tutti i particolari della vicenda. «Io e mia sorella - scrive - da Foggia, informati dell’accaduto, siamo partiti subito per la Sicilia. L’ospedale, simile al “Sanatorio” di Foggia prima della ristrutturazione, si presentava decadente. Non avendo ancora sentito mio padre, degente in terapia intensiva, ho pensato: “In che razza di posto hanno portato papà?!”. Preoccupati e veloci come ladri, con mia sorella ci siamo infilati di straforo nel reparto di Cardiologia per accertarci delle condizioni di nostro padre». E a quel punto, prosegue il figlio dell’infartuato, «qualcosa ha improvvisamente placato il nostro impeto e le nostre ansie. Abbiamo visto tanti camici colorati muoversi in sintonia con grande professionalità, gentilezza e cura. In pochi attimi, vedendoci rimasti imbambolati nel corridoio, una persona sorridente ci ha invitati con gentile fermezza ad uscire. “Siamo capitati nel posto giusto! Nostro padre è in buone mani”, ci siamo detti io e mia sorella».

Un’impressione confermata dai fatti nei giorni successivi. «Con il passare dei giorni, dopo averlo considerato perso, lo abbiamo visto migliorare visibilmente. In soli quattro giorni - riferisce Buononato - è stato dimesso e nella serata di domenica abbiamo raggiunto la nostra amata Foggia. Mio padre ha poi definito lo staff ospedaliero “una squadra di angeli in cui tutti lavoravano compatti, veloci ed in perfetta sincronia per il bene dei pazienti”. Un pezzo di Palermo, lo “stent cardiaco”, rimarrà letteralmente nel suo cuore, ma l’umanità disinteressata dei palermitani e soprattutto quella dello staff del reparto di Cardiologia dell’ospedale Ingrassia di Palermo diretto dal dottor Sergio Fasullo, unita alla loro eccellenza tecnico-professionale, rimarrà per sempre nel cuore di tutti noi. Infinitamente Grazie e Forza Palermo!», conclude nella lettera, unendo l’immagine di un cuore.

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