Troppo alta. La luna del Festino è troppo alta. E così gli organizzatori hanno deciso di tagliarla in due e anticipare di un giorno il trasferimento del carro trionfale sulla parte alta del Cassaro, il corso più antico di Palermo. Ieri sera a mezzanotte, anziché stasera, il caravanserraglio s’è lentamente mosso da via Decollati, dove è stato per gran parte realizzato. Sarà qui che la gigantesca luna sarà composta per intero. Proprio in una delle sedi della missione fondata da Biagio Conte è nato questo trespolo trionfale e povero e sostenibile. Con una statua della santa più vicina alla gente, così come aveva chiesto fratello Biagio, scomparso lo scorso gennaio per un cancro, lasciando schiere di emarginati in lutto perché la questione della povertà questa città l’aveva quasi interamente delegata a lui. Insomma, un carro in linea con lo spirito francescano di Biagio e per realizzarlo è stato compiuta un’analisi accurata sui materiali riciclabili da utilizzare. È venuta fuori questa gigantesca luna su cui poggia, nella parte più bassa, la statua della patrona. Solo che la luna intera non poteva essere trasportata, troppo ingombrante, troppo alta per non impigliarsi nella trama di cavi e fili volanti di cui è infestata la città. «E così - spiega Gaspare Simeti, funzionario del Comune e una delle anime artistiche di questa edizione numero 399 - si è deciso di anticipare il trasporto di 24 ore. Gli scenografi completeranno il lavoro in loco». Le fasi di progettazione e realizzazione dei bozzetti e del modello in scala del Carro sono iniziate a maggio nella bottega 7 dei Cantieri culturali alla Zisa, sede del Musar, il Museo diffuso dedicato a Santa Rosalia, progetto dell’Accademia di Belle Arti. Poi, il cantiere per l’allestimento si è trasferito nella missione di via Decollati. Un lavoro andato avanti a tappe forzate al fianco di artigiani e operai della Missione. Lo châssis, il telaio su cui poggiano le ruote e che compone la base, è lungo 10 metri e larga 5. La grande luna alta da terra 9,5 metri è realizzata con legno di recupero dipinto con vernice ignifuga bianca. Gran parte del ferro utilizzato è anch’esso di recupero, mentre il sistema frenante appartiene ai carri delle passate edizioni. Pure per la statua della Santa si è scelto di utilizzare quella realizzata da Franco Reina per il Festino 2017 che però è stata rimaneggiata. Fabrizio Lupo, scenografo e autore del tema del sogno, ha raccontato di quell’incontro avvenuto il 26 luglio del 2022, già «molto malato, vedendo un bozzetto del carro, mi chiese di porre la Santa in basso, vicino al popolo». Stasera saranno ore dedicate alle prove generali: attori, videomapping, sistema di amplificazione, voci, corteo, musiche. Un passaggio necessario per potere garantire il successo di domani sera quando il Cassaro diventerà, visto dall’alto, un budello stipato di gente e lo spettacolo avrà quattro fermate: Palazzo Reale, Cattedrale, Quattro Canti e Porta Felice. Intanto, in vicolo Brugnò, il vicoletto di fronte all’ingresso principale della Cattedrale, torna la magia di una devozione che in occasione del Festino porta i residenti ad addobbare la stradina con luminarie, drappi, immagini di Rosalia e un maestoso altare su cui viene poggiata la statua della patrona. Scintillante e colorato, inutile dire che, come ogni anno, anche questa volta vicolo Brugnò diventa meta incessante di turisti, curiosi, devoti, fedeli richiamati da quell’aria di festa e insieme un po’ naif. Fra le tante curiosità c’è che da oggi al 17, in onore della Santuzza, la nave scuola Palinuro sosterà nel porto dove completerà ufficialmente il periodo d’imbarco per i giovani studenti del primo corso della scuola navale militare «Francesco Morosini» di Venezia, protagonisti della 59ª campagna d’istruzione iniziata da Napoli lo scorso 11 giugno.