Il sogno di un’intera città che vuole destarsi dal sonno della ragione, generatore di «corruzione, mafia e droga, illusione per i nostri giovani». Il percorso della Santuzza (Cassaro, Quattro Canti, Porta Felice, Foro Italico) non cambia, così come le speranze riposte in Rosalia, quest’anno presa per mano da due alfieri, Biagio Conte e Padre Pino Puglisi, nell’atto di liberazione della città dalla peste che la affligge. Il missionario laico e il parroco di Brancaccio, di cui ricorrono i 30 anni del martirio e i 10 della beatificazione, attenderanno la Santa a Porta Felice, «come dei guardiani di Palermo», in un gioco di proiezioni che sarà tra i protagonisti di questo 399esimo festino, così come rivelato questa mattina durante la conferenza stampa di presentazione al palazzo arcivescovile.
Si comincia da Palazzo dei Normanni, dove un video mapping sul prospetto rinascimentale ricostruirà il periodo normanno con l’aiuto della voce narrante di Salvo Piparo come esempio di buon governo in connessione con la vita di Rosalia fino alla decadenza dell’edificio, simbolo della città afflitta dalla peste. Poi, alle 21, partirà il viaggio della maestosa luna di circa 10 metri, circondata dalle nuvole al centro delle quali si troverà la statua della Santuzza, bassa e tra la gente come la sognava Biagio Conte, che attraverso un light painting sulla Cattedrale, acrobati travestiti da angeli e le continue narrazioni di Piparo affiancato dall’attrice Egle Mazzamuto, scenderà lungo corso Vittorio Emanuele, per la tappa più attesa, il triplice urlo «Viva Palermo e Santa Rosalia» del sindaco Roberto Lagalla.
L’edizione di questo festino sarà particolare: sarà infatti trampolino e volano per il 400°, aprendo dunque l’anno giubilare delle celebrazioni dedicate alla patrona della città. «Quest’anno abbiamo avuto la perdita fisica di un nostro eminente cittadino quale era Biagio Conte - sottolinea l’arcivescovo Corrado Lorefice -. Un nostro fratello nella fede in Cristo. E ricorre anche il trentennale dell’uccisione di don Pino Puglisi. Una coincidenza che ci ricorda ancora di più qual è la testimonianza di Santa Rosalia. La bellezza - prosegue - di questa donna che si rifugia nell’alto di monte Pellegrino, ma è capace di scendere nel momento in cui la città è aggredita dalla peste». L’arcivescovo ha poi tuonato contro le malattie che ancora affliggono il capoluogo siciliano: «Biagio Conte, Pino Puglisi, Rosalia, ci chiedono di vivere ed abitare la città così, come hanno fatto loro - sottolinea Lorefice -. È un anno che ci prepara un centenario non solo di manifestazioni, ma di rinnovato impegno di corresponsabilità nella costruzione della nostra amata Palermo, affinché sia liberata dalle pesti che ancora conosce: corruzione, mafia e l’aggressione dei nostri giovani attraverso queste illusioni che servono solo a dare vuoto ai nostri ragazzi ed incrementare le tasche di un mafia che vuole sfruttare i vari tipi di droghe per esercitare ancora un dominio non solo economico. Una presenza che schiavizza la nostra città». Visibilmente emozionato anche il sindaco Roberto Lagalla, al suo secondo festino, ma alla sua prima vera organizzazione: «Lo vivo con la stessa emozione della prima volta - dice -. È esattamente come il palcoscenico per un attore. Tiene alta la tensione. Ma soprattutto questo Festino ci fa tenere alta la tensione tutto l’anno, riflettendo su cosa siamo riusciti a fare da un Festino a un altro per i palermitani».
Dal 10 al 15 luglio saranno tantissimi i momenti di preghiera, riflessione e spettacoli che accompagneranno l’avvicinamento alla notte del 14 luglio: si inizia lunedì 10 alle 11 con l’incontro di fraternità con i rappresentanti delle religioni presso il Palazzo Arcivescovile, alle 17.30 di martedì 11 con il rosario e litanie di Santa Rosalia. Poi il 13 luglio alle 18 la Santa Messa presieduta da monsignor Giorgio Demetrio Gallaro, Eparca Emerito di Piana degli Albanesi e il 15 alle 8 la Santa Messa e alle 19 la solenne processione cittadina dell’urna contenente le sacre reliquie di Santa Rosalia.
Le interviste a Fabrizio Lupo, professore dell’Accademia di Belle Arti e direttore artistico del Festino con Filippo Sapienza, storico dell'arte; Roberto Lagalla, sindaco di Palermo e Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo.
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